Giovedì Santo
Giovedì santo è giorno che introduce nel triduo pasquale. I segni, le parole i silenzi, la musica della liturgia accompagnano e immettono nel mistero della pasqua, centro dal quale prende vita l'esperienza della fede.
Al cuore del giovedì santo stanno due segni di lavanda: al mattino nell'eucaristia crismale si legge la pagina dell’unzione di Betania (Gv 12,1-11), alla sera nella memoria della cena del Signore si rivive il gesto di Gesù che lava i piedi ai suoi.
L’olio profumato è segno portato da una donna. Mentre Gesù si trovava a Betania ad un banchetto in cui anche Lazzaro era uno dei commensali – narra il IV vangelo – Maria entrò e ruppe un vasetto, pieno di olio profumato iniziando ad ungere i piedi di Gesù. Nel suo vangelo Marco pone il medesimo gesto all'inizio del racconto della passione: gesto di una donna di cui non è indicato il nome, che - Marco sottolinea - unge il capo di Gesù.
"Timete Deum", cari corrotti e corruttori!
Si è davvero stanchi di vedere sui telegiornali i continui arresti che avvengono nel nostro Paese a causa di mazzette, collusioni e corruzioni varie. Sì, la gente è stanca di dover ripetere sempre la stessa frase: “Cosa ci si può fare, sono tutti allo stesso modo: corrotti e menefreghisti”. Come, ahimè, dargli torto?