Firenze, Santa Maria Novella
Da un documento del 983 sappiamo che l'antica chiesa di Santa Maria Novella fu riconfermata in concessione ai canonici della cattedrale fiorentina dall'imperatore Ottone II.
La città del X secolo era, in confronto a oggi, notevolmente ridotta e la piccola chiesa sorgeva fuori dalle mura. I documenti dell'epoca la citano talvolta col nome di Santa Maria tra le Vigne, a testimoniare la ripresa della coltivazione delle terre circostanti la città, un tempo abbandonate e quindi recuperate e considerate novelle, da cui forse la chiesa ha preso il suo nome.
Nel 1094 fu consacrata una nuova chiesa di Santa Maria Novella, vicina ma staccata dalla precedente e più grande, con l'accesso a est verso l'attuale piazza dell'Unità Italiana, e situata nella zona della sacrestia e in parte della chiesa vecchia.
La situazione religiosa della città nel XIII secolo, in particolare la forte e radicata presenza dell'eresia catara, fu uno delle ragioni dell'invio a Firenze nel 1219 di una delegazione di 12 frati domenicani guidati dal Beato Giovanni da Salerno, che giunse da Bologna per volere dello stesso San Domenico e che nel 1221, grazie all'appoggio pontificio, prese possesso dell'antico edificio di Santa Maria Novella.
Sin dall'inizio sia la chiesa che i locali destinati all'abitazione si rivelarono inadeguati alle necessità di una comunità in continua espansione, poiché ai primi 12 frati bolognesi se ne aggiunsero presto altri, affascinati dall'ideale apostolico che San Domenico aveva dato al suo ordine.
Quando poi nel 1244 un noto oratore domenicano, San Pietro da Verona (San Pietro Martire) venne a predicare a Firenze, la chiesa non fu più in grado di accogliere i fedeli che accorrevano ad ascoltarlo e fudunque necessario ampliarla a dimensioni più adeguate, gettando così le basi di quello che era destinato a diventare uno dei maggiori insediamenti religiosi
Il 18 ottobre del 1279 il cardinale domenicano Latino Malabranca, fondò e benedisse la prima pietra della chiesa di Santa Maria Novella dei frati predicatori e nel 1284 la chiesa fu inclusa nella nuova cerchia muraria, nuovamente ampliata data la straordinaria crescita della città. È quasi certo che con il compimento della facciata si conclusero la maggior parte dei lavori di costruzione della chiesa, eccetto forse la sacrestia che risale al 1380.
A partire dal 1565 la chiesa fu radicalmente restaurata ad opera di Giorgio Vasari, il quale le conferì quell'aspetto con cui ci è più o meno nota oggi.
In seguito, eccettuati l'arredo della cappella Gaddi, compiuto dal Dosio tra il 1575 e il 1578, e la realizzazione della facciata della sacrestia dei primi decenni del XVII secolo, non vennero più effettuati sostanziali cambiamenti fino alla metà del 1800. In questa nuova ristrutturazione avvenuta tra il 1858 e il 1860, nel vano tentativo di restituire a Santa Maria Novella il suo aspetto originale, gli altari del Vasari furono sostituiti da altri di gusto neo-gotico, si procedette al rifacimento delle finestre secondo le forme gotiche, si realizzò l'impiantito attuale, sostituendo quello di cotto disseminato di tombe, che furono invece allineate tra i pilastri lungo le navate, e infine fu costruito l'altare maggiore attuale, progettato dal Romoli. Il risultato è quanto rimane oggi di Santa Maria Novella.