Cagliari, San Domenico
I domenicani giunsero in Sardegna nella seconda metà del XIII secolo. Sotto la guida di Fra Nicolò Fortiguerra di Siena, costituirono una comunità nel quartiere di Villanova a Cagliari e si stabilirono nei pressi di una antica chiesa benedettina dedicata a Sant'Anna che venne in seguito concessa all'ordine dall'arcivescovo Gallo ed inglobata nel chiostro della nuova chiesa da essi edificata nel 1254.
L'impianto originario dell'edificio si ispirava ai canoni architettonici del gotico italiano con copertura lignea. L'intitolazione a Sant'Anna della primitiva chiesa benedettina, su cui sorse il complesso domenicano, rimase sino al 1313; a partire dal 1316 il complesso divenne "Convento di Castel di Castro". Nel XIV secolo, sotto il dominio aragonese l'intero edificio si convertì architettonicamente al gusto gotico-catalano. Il convento fu costruito a spese dei sovrani d'Aragona e nel 1533 il re di Spagna Carlo V gli concesse il titolo di Regio convento accordandogli una particolare protezione che estese a tutti i beni ed i possedimenti. Sicuramente già nel XV secolo il complesso, comprendente la chiesa ed il chiostro, occupava la superficie attuale. La chiesa subì delle modifiche sia nel secolo XV che alla fine del XVI, si ignorano però le date certe di questi interventi. E' databile con assoluta certezza soltanto l'edificazione della cappella del Rosario intrapresa nel 1580.
La chiesa e l'annesso campanile furono completamente distrutti durante i bombardamenti del 13 maggio 1943 che ridussero in macerie alcuni dei più bei monumenti cittadini ed alcune chiese di antichissima tradizione.
La ricostruzione della chiesa fu affidata all’architetto Fagnoni, la cui soluzione ha permesso di preservare le strutture originarie al di sotto del nuovo edificio come cripta. La chiesa antica si presenta oggi al visitatore spoglia di abbellimenti. Gran parte degli arredi che la ornavano sono andati purtroppo dispersi, alcuni abbelliscono il San Domenico nuovo. Della cripta e del chiostro di San Domenico si possono ammirare oramai soltanto le nude forme architettoniche che rappresentano una delle più significative espressioni in città dell'arte gotica catalana.