Fiesole, San Domenico
Il Convento di S. Domenico, costruito a metà strada tra Firenze e Fiesole, nacque nel 1405-1406 come cenobio di riforma per iniziativa di Giovanni Dominici (+1413) e del vescovo fiesolano Jacopo Altoviti (+1403), entrambi frati di S. Maria Novella.
Nel “conventino”, che fu abitato fin dagli ultimi mesi del 1406, vennero formati alla vita religiosa domenicana sia, il futuro arcivescovo di Firenze, S. Antonino Pierozzi (+1459), sia il grande pittore Fra Giovanni da Fiesole, detto Beato Angelico (+1455).
La parte quattrocentesca del convento venne ultimata intorno al 1418 con il generoso lascito di Barnaba degli Agli e nel 1420 il Beato Angelico prese a dipingere sull’archetto d’entrata della piccola chiesa la Madonna benedicente, di cui gli ultimi restauri del 1960 ci hanno restituito la sinopia. Nell’aula capitolare affrescò pure il grande Crocifisso, testimonianza d’arte e di pietà nel suo amato convento.
A causa della soppressione degli ordini religiosi, voluta da Napoleone, il convento fu espropriato (1808). I frati poterono riacquistare il convento nel 1879, ma, non avendo i soldi sufficienti per pagare il sovrapprezzo richiesto dal proprietario per i dipinti del Beato Angelico, due affreschi furono asportati e venduti dal proprietario e finirono ai musei di Parigi e di San Pietroburgo.
Nel 1491 iniziarono i lavori di ampliamento sul lato del chiostro parallelo alla chiesa verso Firenze. L’ingente spesa fu sostenuta dalla famiglia Salviati.
Grazie alla generosità del nobile genovese Jeronimo Brignole, fattosi frate col nome di Fra Cipriano, tra il 1588 e 1590 fu eretto il Noviziato Nuovo (attualmente sede di una sezione dell’Istituto Universitario Europeo) a tre piani, sul disegno dell’architetto Fra Domenico Postigiani, domenicano di S. Marco.
Oltre al Dominici, a S. Antonino e al Beato Angelico vengono ricordati con onore diversi frati celebri del convento di Fiesole: Santi Pagnini per il risveglio degli studi biblici; Santi Cini fondatore in Firenze della confraternita e della chiesa di S. Tommaso d’Aquino in via della Pergola; Vittorio Ricci, Prefetto Apostolico di Formosa e Cina meridionale, che rivelò all’occidente la scoperta del continente australiano.
Il porticato esterno e l’elegante campanile della chiesa sono opera di Matteo Nigetti (1569-1649).
L'interno della chiesa, trasformata radicalmente all'inizio del Seicento, venne decorato dai pittori M. Bonechi, R. Botti, e L. Del Moro (sec. XVIII).
Nella volta della navata: San Domenico portato dagli angeli in cielo; sopra il presbiterio: la Vergine in atto di consegnare il Rosario a S. Domenico e tramite suo alle genti dei quattro continenti.
Il Presbiterio, opera dell'architetto M. Nigetti, ha per sfondo un solenne tabernacolo ligneo di stile barocco, dietro cui è situato un ampio coro seicentesco con 62 stalli parzialmente di noce.
Nelle cappelle laterali sono conservate alcune importanti opere d’arte: tavola del Beato Angelico, già trittico dell'altare maggiore, riquadrata con sfondo da Lorenzo di Credi (m. 1537); Adorazione dei Magi, di Gian Antonio Sogliani (m. 1542); Annunziata di Jacopo Chimenti da Empoli (m. 1640); Crocifisso ligneo della Scuola dei Sangallo; Sant’Antonino che riceve l’abito dal B. Giovanni Dominaci di Fabizio Boschi (+ 1642); Battesimo di Gesù di Lorenzo di Credi; Crocifisso ligneo del secolo XIII/XIV, che la Compagnia di San Donato di Scozia trasferì dalla Badia Fiesolana nella nuova sede della parrocchia (1778).