La Narrazione di Dio
«Perché tu possa raccontare e fissare la memoria»1 è il riferimento che mette il tema della narrazione al centro del Messaggio di papa Francesco per la LIV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Il Messaggio del Papa è presto riassunto: la narrazione è parte costituente dell'uomo, in essa si riconosce e si fa conoscere, contiene i valori che professiamo e il percorso compiuto per raggiungerli. Le cattive storie mirano a falsificare le narrazioni, a privarle di valore per sostituirle con desideri personali, con le storie del male, di peccato e falsità. La Scrittura, Storia delle storie, apre la memoria per ricordare, per riportare al cuore la narrazione di Dio, la Verità. Proclamare la Parola significa rendere attuale la Storia, perché si compia e si rinnovi. Per questo la narrazione di Dio è la comunicazione più importante.
Quod obedientia debet esse universalis: alcune riflessioni su laicato ed obbedienza
“Quod obedientia debet esse universalis”. Con questo riferimento all’obbedienza universale si apre il capitolo XIII della Epistola de tribus votis substantialibus religionis del b. Umberto di Romans1, contenuta nell’ Opera de vita regulari. Ed è con questa stessa frase che si può aprire una breve considerazione sull’obbedienza nel mondo laico anche alla luce del Salmo 39(40), in cui traspare un forte legame tra obbedienza (v. 9) e predicazione (v.10). Versetti giustapposti che indicano nell’obbedienza del Figlio che si incarna (“che io faccia il tuo volere, del v.9) il requisito per una predicazione efficace (“Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai”, del v.10).