Consacrati nella verità: san Tommaso e i consigli evangelici
Omelia di fr. Gerard Timoner O.P., Maestro dell'Ordine dei Predicatori, pronunciata nella basilica di Santa Maria Novella (Firenze) in occasione della festa di san Tommaso d'Aquino
“Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.” Mentre ascoltiamo questa meravigliosa preghiera di Gesù nel Vangelo di Giovanni, ci viene ricordato come Gesù ci ama e prega per tutti noi. In modo speciale, ricordiamo come questa preghiera di Gesù si è compiuta nel santo che oggi celebriamo.
Siamo riuniti attorno alla mensa dell'Eucaristia per ringraziare il Signore per il dono del nostro fratello Tommaso d'Aquino, che ha dedicato la sua vita alla Verità. Papa Pio XI disse che San Tommaso è il più santo dei dotti e il più dotto dei santi. Un altro frate ha aggiunto: e “il più robusto e grosso di tutti!”. San Paolo VI gli ha conferito il titolo di Luminare della Chiesa e del mondo intero. San Tommaso ha illuminato la Chiesa perché lui è totalmente devoto di Gesù,la Luce del mondo. Ricordiamo la sua bella preghiera prima di studiare: “Tu che sei chiamato autentica Fonte della Luce e della Sapienza, e Principio sublime di ogni cosa. Degnati di illuminare le tenebre del mio intelletto con il raggio della tua chiarezza, liberandomi dalle due tenebre in cui sono nato: il peccato e l’ignoranza.” Sì, la Chiesa onora San Tommaso come luminare, come grande figura intellettuale, ma non dobbiamo dimenticare che verso la fine della sua vita,durante la celebrazione della Messa, aveva compreso, in seguito a una rivelazione soprannaturale, che quanto aveva scritto fino ad allora era solo “un mucchio di paglia”.
Quando eravamo studenti, quando lottavamo per comprendere il testo della Summa Theologiae, dicevamo: questo "mucchio di paglia" è molto difficile da comprendere! Quando Tommaso ha considerato la sua preziosa opera come "niente", non ci mostra solo come essere umili, ci insegna anche che Dio è più grande delle nostre idee migliori, che conosciamo Dio più attraverso la preghiera, che attraverso lo studio.
San Tommaso ha scritto tante cose sulle quali potremmo riflettere. Desidero proporre per la nostra riflessione la sua visione della vita religiosa. Nella Summa Theologiae scrive: lo stato religioso è come un tirocinio o esercizio per giungere alla perfezione della carità (S. II-IIae, q.186 a.2). In altre parole, i consigli evangelici che i religiosi, uomini e donne, professano e che tutti i battezzati abbracciano, sono mezzi per la perfezione della carità.
Come consigli evangelici, hanno il potere di evangelizzare non solo quelli che li abbracciano, ma anche a quelli che assistono alle sue manifestazioni concrete e varie.
I consigli evangelici ci aiutano a perfezionare la nostra carità; aiutano a fare in modo che l'Eucaristia, il sacramento della carità, porti più frutti nella nostra vita.Obbedienza
Tutto ciò che riguarda la nostra vita cristiana - vocazione, ministero, preghiera e comunità – potrebbe essere compreso nell'obbedienza alla volontà di Dio. L'obbedienza è il principio dell'unità. La comunità religiosa, la diocesi, la chiesa universale mantengono la comunione e unità perché sono obbedienti al loro superiore, al vescovo o al papa. Nella teologia tradizionale, la grazia o res tantum dell'Eucaristia è l'unità, la comunione. Ecco perché nella Preghiera eucaristica, preghiamo per il Papa e il vescovo locale come un segno che la piccola congregazione appartiene a una più grande comunione. L'obbedienza, cioè, ob-audire, è una virtù che ci consente di ascoltare la parola di Dio e di ascoltarci l'un l'altro, e che rafforza la nostra comunione con il Dio che è in mezzo a noi. Il Sinodo sulla Parola di Dio lo conferma: "Tutto ciò ci ha fatto capire che possiamo approfondire il nostro rapporto con la parola di Dio solo all'interno del" noi "della Chiesa, in reciproco ascolto e accettazione".
Castità
Il consiglio evangelico della Castità dovrebbe aiutarci a perfezionare il nostro amore reciproco come fratelli e sorelle. Poiché i consigli sono ordinati alla la perfezione della carità, il primo peccato contro la castità è l'incapacità di amare. I cristiani che sono asociali e irritabili, in un certo senso, falliscono nella castità. Come possono predicare Dio, che si rivela come amore, se non amano? La castità è molto più che non essere sposati o essere fedeli al coniuge perché è una virtù che dovrebbe “germogliare in amicizia”.
Povertà
Il consiglio evangelico della povertà dovrebbe aiutarci a perfezionare la nostra carità reciproca condividendo i nostri beni materiali. Negli Atti degli Apostoli, leggiamo: "La comunità dei credenti aveva un solo cuore e un'anima sola... nessuno infatti tra loro era bisognoso" (Atti 4, 32.34). Il significato della povertà evangelica come condivisione funge da correttivo contro i mali legati alla povertà, cioè indigenza e ricchezza eccessiva. Diventa davvero una virtù perché sta nel mezzo di questi due estremi per eccesso o per difetto. Mette in ordine il rapporto di una persona con Dio e il prossimo. Condividendo, un discepolo di Cristo diventa profondamente consapevole della propria responsabilità riguardo al benessere materiale della comunità.
Mentre celebriamo questa Eucaristia in onore di San Tommaso, chiediamo al Signore che i consigli evangelici possano davvero aiutarci a crescere di più nella carità, che la Chiesa (e la nostra vita come cristiani) possa davvero essere un “tirocinio o esercizio per giungere alla perfezione della carità.”
fr. Gerard Timoner, O.P.
Maestro dell'Ordine dei Predicatori