Pio Alberto Del Corona
Il Beato Pio A. del Corona nacque a Livorno il 5 luglio 1837 da genitori che esercitavano il mestiere di commercianti in calzature. Venne battezzato tre giorni dopo la nascita, e precisamente l’8 luglio 1837. Il 22 settembre 1843 gli venne conferito il Sacramento della Confermazione. Completò la ricezione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana il 16 aprile 1851, allorché gli fu dato per la prima volta il corpo ed il sangue di Cristo.
Ricevette i primi rudimenti dell’istruzione umana e religiosa in una scuola gestita dai Padri Barnabiti. Ancora adolescente, si iscrisse alle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli alle quali avrebbe poi diretto diversi suoi scritti. Nel 1853 la famiglia Del Corona, pur permanendo a Livorno, si trasferì in territorio compreso nella Parrocchia di Santa Caterina e vi abitò fino al 1866. Il Servo di Dio poté così frequentare in maniera assidua tale Chiesa, gestita dall’Ordine dei Predicatori e a contatto con loro maturò il desiderio di consacrarsi a Cristo sulle orme di San Domenico.
Il 4 dicembre 1854 partì per il convento di San Marco in Firenze e il 1° febbraio 1855 ci fu la vestizione dell’abito. Iniziò dunque il noviziato e, dopo aver compiuto in maniera brillante tutto l’iter prescritto, il 3 novembre 1859 dopo emise la professione religiosa.
Fu ordinato sacerdote a Firenze il 5 febbraio 1860, nella Basilica di San Marco. Coniugò l’attività pastorale con l’amore per la cultura: tomista eccellente, conoscitore delle lingue orientali, biblista di valore, fu insegnante di filosofia e teologia nello Studio di S. Marco da dove passò poi al Seminario diocesano di Firenze. Nel biennio 1872-1874 esercitò l’ufficio di Priore in San Marco.
In questi anni cominciò a dirigere spiritualmente la signora Elena Bruzzi, vedova di Emilio Bonaguidi, la quale, pur abitando a Siena, si recava di quando in quando a Firenze per visitare la sorella. Con l’aiuto della stessa pensò di attuare il progetto fondazionale che aveva in animo. Egli in effetti era rimasto molto colpito dall’esperienza di San Girolamo il quale a Roma, in una casa sita sul colle Aventino, aveva radunato alcune donne per studiare insieme la Parola di Dio, ritemprarsi nella meditazione e poi dedicarsi alla formazione delle bambine; pensò dunque di dar vita ad una novella comunità religiosa con caratteristiche similari a quelle tracciate da San Girolamo, sia pur ovviamente con le specificità dovute all’adozione del carisma domenicano. Le prime alunne si stabilirono nella villa Nuti (Via S. Marta).
L’8 maggio 1872 venne ricevuto, insieme ad Elena Bruzzi, dal Beato Pio IX il quale diede ai due la benedizione apostolica, Inizialmente, per designare la comunità appena sorta, si usava il termine “asilo”. Nel novembre 1872 iniziò la vita in comune e dal dicembre successivo si cominciò ad accogliere le bambine. Era così nato ufficialmente l’Istituto delle Suore Domenicane dello Spirito Santo.
Nel 1874 il Servo di Dio ricevette la nomina a Vescovo titolare di Draso e a coadiutore del Vescovo di San Miniato, Monsignor Annibale Barabesi. Il 3 gennaio 1875 gli fu conferita la consacrazione episcopale e il successivo 18 gennaio fece il suo ingresso a San Miniato. Prese alloggio nel locale convento dei Domenicani e si mise subito in cammino, visitando le varie zone della Diocesi. Non mancò poi di prodigarsi in una assidua attività a difesa della fede. Basti menzionare la lettera pastorale inviata nel 1895 «ai due popoli di Fucecchio e di S. Croce» per metterli in guardia contro i guasti morali provocati dalle associazioni massoniche.
Nel 1897, dopo la morte di Monsignor Barabesi, venne elevato come titolare alla sede episcopale di San Miniato. Nel 1899 gli fu comunicata anche la nomina ad Assistente al soglio pontificio.
Durante la sua azione pastorale, si distinse per le opere di carità e l’impegno profuso nell’educazione della gioventù e nella formazione del clero; a tali scopi fondò l’Apostolato della Preghiera e la Società delle Buone Opere. Incoraggiò inoltre l’attività a sostegno delle missioni e favorì le iniziative a carattere sociale, dalle società operaie ai circoli ricreativi. Fu particolarmente assiduo e zelante nel compimento delle visite pastorali.
Nel 1906 cominciò a manifestarsi una grave malattia al fegato; chiese dunque di potersi ritirare dalla guida della Diocesi. Nel 1907 venne finalmente accolta la sua richiesta e fu nominato Arcivescovo titolare di Sardica. Compatibilmente con le sue condizioni fisiche, proseguì nel suo impegno culturale e nella guida delle Suore Domenicane dello Spirito Santo. Morì nell’Asilo di Firenze gestito dalle religiose il 15 agosto 1912.
Il 9 ottobre 2013 Papa Francesco ha riconosciuto l’eroicità delle virtù del Servo di Dio, proclamandolo Venerabile. Il 17 settembre 2014 il Santo Padre Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a firmare il Decreto che riconosce il miracolo ricevuto per intercessione del Venerabile. Il 19 settembre 2015 Pio Alberto del Corona è stato proclamato Beato dal Card. Angelo Amato.
La Postulazione generale