La terza domenica di Quaresima ci porta a riflettere partendo dal secondo capitolo del vangelo di Giovanni, caratterizzato da due episodi: il miracolo alle nozze di Cana e la purificazione del tempio.
Al versetto 4 del capitolo 2, Gesù risponde alla richiesta incalzante di sua Madre con le celebri parole: "Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora". L’ “ora” a cui Gesù si riferisce è quella della glorificazione e del suo ritorno alla destra del Padre. Il miracolo che Egli compie a questo banchetto di nozze è come se fosse un “passaggio”: è vero che viene chiamato il primo miracolo e l’inizio della sua vita pubblica, ma in realtà è un episodio che accade quasi nel nascondimento, ad una festa di nozze appunto. E infatti annota Giovanni che solo “i suoi discepoli credettero in lui”.
In occasione del 750 esimo anniversario della morte di S. Tommaso d'Aquino, la nostra Provincia Romana di Santa Caterina da Siena vuole ricordare questo grande "figlio" con un Convegno Internazionale di studi che avrà luogo a Roma nei giorni 14-15 Marzo.
Ad aprire i lavori sarà il nostro Priore Provinciale fr. Antonio Cocolicchio.
Gesù ci conduce oggi alla “Santa montagna” e ci rivela chi è Lui. La colletta della santa Messa di oggi fa, come al solito, il punto sulla proposta di riflessione della liturgia della parola: Dio è un padre buono e ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio. Perché la nostra fede sia salda dobbiamo ascoltare questo figlio e così giungeremo alla Pasqua, nostra trasfigurazione.
Tre giorni di terribile e silenzioso viaggio affrontato da Abramo verso la vetta della prova: è come il paradigma di ogni itinerario di fede. Percorso oscuro e combattuto, accompagnato solo da quel comando implacabile: «Prendi il tuo figlio, il tuo unico figlio che ami e offrilo in olocausto!». Poi il silenzio. Silenzio di Dio («Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»), silenzio di Abramo, silenzio del figlio Isacco che solo una volta (per altro non riportata nel nostro testo liturgico), con ingenuità straziante apre un dialogo col padre: «Padre mio! - Eccomi, figlio mio. - Dov'è l'agnello per olocausto? - Dio stesso provvederà, figlio mio!».