San Francesco e la famiglia - Introduzione
Pubblichiamo a puntate l'omelia tenuta da fr. Daniel Ols O.P. nella Basilica di S. Maria in Ara Coeli (Roma) in occasione della festa di S. Francesco
Come sappiamo tutti, questa mattina (ndr: domenica 4 ottobre) si è aperto solennemente il Sinodo sulla famiglia. Era quindi abbastanza naturale pensare, come ho pensato, di offrire qualche riflessione su tale tema alla luce della vita e dell’insegnamento di san Francesco, di cui celebriamo, in questo stesso giorno, la solennità. Però, di prim’acchito, non appare che questa vita e questo insegnamento offrano grandi elementi per una tale impresa. Anzi, ad un primo sguardo, potrebbe sembrare che l’attitudine del santo fosse stata alquanto riservata (diciamo così) nei riguardi della famiglia, della sua propria famiglia in primo luogo, ma anche della famiglia in generale.
Infatti, da un lato, ognuno ricorderà come ruppe con la propria sua famiglia, denudandosi pubblicamente di fronte a suo padre per manifestare che rinunciava insieme all’eredità e ai legami familiari. Così scrive san Bonaventura:
[…] inebriato da un ammirabile fervore di spirito, depose anche le mutande e si denudò totalmente davanti a tutti dicendo al padre: « Finora ho chiamato te mio padre sulla terra; d’ora in poi posso dire con tutta sicurezza: Padre nostro, che sei nei cieli, perché in lui ho riposto mio tesoro e ho collocato tutta la mia fiducia e la mia speranza»1.
2. È vero che queste parole di Cristo, tradizionalmente applicate alla vita monastica, – ma che sembrano contraddire lo stesso Decalogo che prescrive di onorare il padre e la madre –, chiedono una interpretazione, e questa interpretazione non è difficile: i genitori e i famigliari debbono essere « odiati » (vale a dire tenuti alla larga) se sono di ostacolo a condurre una vera vita cristiana e a seguire la vocazione che Dio ispira3.
E, dall’altro lato, S. Francesco non manca di ricordare, all’inizio della Regola non bollata, le parole di Gesù che esigono da chi vuole essere il suo discepolo di odiare il padre e la madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle e anche la sua stessa vitaPerò rimane ovvio che tutto ciò, anche se riportato alle giuste dimensioni, non dice niente di positivo riguardo alla famiglia. Fui, quindi, tentato di rinunciare al mio intento, ma mi venne in mente quanto disse il Santo Padre Francesco, all’udienza generale del 13 maggio scorso, nella prima delle sue catechesi sulla famiglia:
"La catechesi di oggi è come la porta d’ingresso di una serie di riflessioni sulla vita della famiglia, la sua vita reale, con i suoi tempi e i suoi avvenimenti. Su questa porta d’ingresso sono scritte tre parole, che ho già utilizzato diverse volte. E queste parole sono: “permesso?”, “grazie”, “scusa”. Infatti queste parole aprono la strada per vivere bene nella famiglia, per vivere in pace. Sono parole semplici, ma non così semplici da mettere in pratica! Racchiudono una grande forza: la forza di custodire la casa, anche attraverso mille difficoltà e prove; invece la loro mancanza, a poco a poco apre delle crepe che possono farla persino crollare".
Queste tre parole, che offrono quasi una carta della famiglia, trovano certamente un’eco nella vita e nell’insegnamento di san Francesco. Vediamole brevemente. [Continua...]
Vedi la seconda parte: "Permesso"
fr. Daniel Ols, O.P.
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1) S. Bonaventura de Balneoregio, Legenda maior, c. 2, n. 4 [FF, p. 790] – La traduzione è presa da FFit, p. 847
2) Regula non bullata, c. 1 [FF, pp. 185-186]
3) Regula ad monachos, a Rufino Aquileiensi, ut dicunt, conflata e S. Basilii Caesariensis Regulis brevius tractatis et Regulis fusius tractatis, Interrogatio IV [PL 103, 497 A]