LUNEDI 5 GENNAIO
Il punto di partenza della vita cristiana è per l'autore della prima lettera di Giovanni la comunione con Dio, perché: «Da questo abbiamo riconosciuto l'amore di Dio: Egli ha dato la vita per noi». (v.16).
È Dio che per primo si autorivela all'uomo, rendendo la vita del credente come una fatto esistenziale. Per questo la vita cristiana è una risposta totale a questo amore donatoci, donando noi stessi in modo radicale, infatti è con ciò, che: «anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come dimora l'amore di di Dio in lui?» (vv. 16-17).
Il tema della comunione dell'uomo con Dio continua nel brano del vangelo con la chiamata alla vita eterna di ogni popolo della Terra, con la predicazione e la chiamata di Gesù a Filippo e Natanaele, che faranno parte della comunità degli apostoli. A differenza dei Sinottici che seguono uno schema fisso, in Giovanni la chiamata avviene quando un testimone autorevole ha già certificato la sua fede in Cristo. Così il Battista davanti ai suoi discepoli (vv. 35-36), Andrea con Simone (v. 41), Filippo con Natanaele (v.45). A tutti è comune la risposta "seguimi": scegliere di essere testimoni credibili del messaggio del dono che Dio farà della vita eterna nel giorno della resurrezione del suo Figlio, abbandonando i tesori più cari della terra.
Fr. Alessandro Salucci, O.P.
Convento di santa Maria Novella (Firenze)
Riferimenti scritturistici: 1Gv 3,11-21 Sal 99 Gv 1,43-51