MERCOLEDI 31 DICEMBRE
In questo settimo giorno dell’ottava di Natale la liturgia ci ripropone il grandioso prologo del Vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato nella messa del giorno di Natale. Questo Vangelo è preceduto oggi da un brano della prima lettera di Giovanni che mette in guardia i cristiani dagli “anticristi”, cioè coloro che negano che Gesù è il Figlio di Dio, in definitiva negano il mistero dell’Incarnazione.
Nella storia ci sono sempre state eresie contrapposte che negavano o l’umanità di Cristo o la sua divinità. Anche oggi quanti nostri contemporanei guardano a Gesù come a un profeta, un grande uomo, un “rivoluzionario”, ma sempre e solo un uomo, uno che è morto per le sue idee… morto e basta! “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”. Ecco il senso dell’ottava di Natale che prolunga per otto giorni, come fosse un solo grande giorno, questa contemplazione della gloria del Figlio unigenito. Ma Giovanni nella sua lettera (v. 19) fa una constatazione che potrebbe sembrarci sorprendente: gli anticristi “sono usciti da noi, ma non erano dei nostri (…)perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri”. Anche i cristiani possono diventare anti-cristi se svuotano la loro fede dalla “grazia e la verità” che solo il Figlio unigenito ci ha portato.
Fr. Simone Tommaso M. Bellomo, O.P.
Convento S. Maria del Rosario in Prati (Roma)
Riferimenti scritturistici: 1Gv 2,18-21 Sal 95 Gv 1,1-18