Dalla maledizione alla Redenzione
Il Venerdì Santo è la giornata della meditazione sulla Passione, Croce e morte di Gesù Cristo, Salvatore del mondo. La Chiesa intera è chiamata ad inginocchiarsi davanti al Redentore, che muore sulla Croce, versando fino all'ultima goccia del sangue per noi. In questa giornata si svolge solo l'adorazione della Croce. Nella narrazione del Passio, possiamo contemplare “l'uomo dei dolori che ben conosce il patire” (Is 53,3).
Gesù va incontro alla morte. Si lascia consegnare di mano in mano. È stato tradito e abbandonato dai suoi: Giuda, uno degli Apostoli, lo consegna agli avversari (Gv 18,3). I rappresentanti della Legge lo consegnano a Pilato. Questi dopo averlo fatto flaggellare, lo consegna perché fosse crocifisso.
All’epoca di Gesù, una condanna alla crocifissione, è fatta in conformità alla Legge di Mosè.
Ha scritto, nel libro di Deuteronomio, “L’appeso al legno è una maledizione di Dio” (Dt 21,23). Gesù Cristo, è giudicato come un “maledetto da Dio”. Gesù non è morto decapitato come Giovanni Battista, Gesù non è morto lapidato come Stefano.
Gesù fu condannato alla vergognosa morte della crocifissione: una morte riservata ai banditi, ai ribelli e criminali.
Quindi, Cristo è morto come un “maledetto da Dio” ma, questo “maledetto” in realtà è il Figlio di Dio (cf. Gal 1,15s). Nella lettera ai Galati apostolo Paolo scrive, “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno” (Gal 3,13).Quindi, Paolo afferma di “non sapere altro in mezzo a voi, se non Gesù Cristo, e questi crocifisso” (1 Cor 2,2).
Riflettendo sulla sofferenza di Gesu, Gérard Rossé scrive, “Dio ha concentrato la Sua presenza salvifica definitiva nel Crocifisso, cioè, là dove nessun uomo e nessuna religione Lo cerca, allora il Crocifisso è la manifestazione di un amore divino capace di essere dove non c’è Dio. E dunque in Gesù crocifisso Dio si rivela come un Dio che ha superato le frontiere del sacro, del puro-impuro, che ha preso su di Sé la maledizione che pesa sull’umanità.”
Il Figlio di Dio ha scelto liberamente di salire in Croce. La sofferenza di Gesù è la sofferenza di ogni essere umano, piagato nel corpo e nello spirit. Cristo, che per amore dell'umanità, è divenuto carne di peccato. Sulla Croce, Egli porta in sé il dolore del sentirsi abbandonato. Quindi, in questo giorno santo, noi facciamo la memoria del dono di Dio, della Redenzione, della Misericordia e del Sacrificio supremo. Adoriamo il nostro Salvatore, morto per salvarci. Lasciamoci penetrare dalla forza della Croce.
fr. Cyril Walder, O.P.