Il governo divino
Dio deve agire in tutte le creature e in tutte le loro azioni, altrimenti non avrebbero realtà e consistenza. La mozione divina non è, però, un colpo mortale che mette fine ad ogni opposizione, la tirannia del pugno chiuso. Se c'è qualche mancanza di rispetto per una sola creatura nel mondo, possiamo restare certi che tale mancanza non procede da Dio; Egli muove tutte le cose secondo le loro nature.
Così, il sole, la luna, gli alberi e gli animali sono mossi necessariamente verso i propri fini, dal momento che la libertà non fa parte delle loro nature.
L'uomo è mosso liberamente verso i suoi fini, dal momento che la necessità non fa parte della sua natura morale. E' ugualmente vero che l'atto che io compio viene totalmente e simultaneamente da me e da Dio; da Dio perché Egli è la Causa Prima di ogni realtà, e da me perché Dio sta dietro alle facoltà che possiedo ed esercito.
Chiedere di capire come Dio possa agire dal di dentro, liberamente, sui principi propri alla natura umana significa voler capire con la nostra mente finita la mozione infinita di Dio. Il ruolo che Dio gioca a proposito della nostra libertà non è una contraddizione, ma una garanzia di realtà per noi.
Quando si tratta della questione dell'azione di Dio nelle nostre facoltà supreme di intelligenza e di volontà, non siamo nel campo dell'inusuale dove Dio Stesso sostituisce le cause ordinarie. E' da Dio che ognuno di noi ha il potere, in primo luogo, di conoscere; un potere che ogni insegnante umano deve, piaccia o non piaccia, accettare per scontato. Quando realmente conosciamo, non siamo mai soli;
Dio deve fare la Sua parte qui, quella della Causa Prima di tutto ciò che esiste. L'atto di conoscere è, a sua voltà, una realtà, e non una finzione; esso dipende ad ogni attimo dalla Causa Suprema oppure cessa di esistere. Noi conosciamo la verità, ma non completamente da soli, non con un'indipendenza assoluta; non divinamente, ma come creature mosse e sostenute dal Creatore in ogni istante. Soltanto Dio può lavorare così "dentro" la mente umana; è uno dei privilegi della Causa Prima.Dobbiamo affermare tutto questo a proposito dell'attività divina sul nostro libero arbitrio se vogliamo che sia veramente tale. Se noi, il nostro agire, e la nostra libertà sono veri, allora tutti e tre sono intimamente dipendenti in ogni momento sulla Causa Suprema dell'universo. Svincolarsi dalla mozione divina vuol dire gettarsi nel nulla. L'attività di Dio non è un affronto o un impedimento alla nostra libertà; è piuttosto assolutamente necessario ed indispensabile all'esistenza di quella medesima libertà. Sotto quell'attività, noi esercitiamo umanamente la nostra libertà poiché siamo uomini; ma, non la esercitiamo divinamente dal momento che non siamo Dio. Un'indipendenza assoluta sarebbe impossibile e indesiderabile, ci distruggerebbe psicologicamente e ontologicamente.
Noi abbiamo difficoltà a capire queste verità non solo perché sono, per forza, misteriose, ma perché insistiamo a mettere Dio davanti al tribunale umano. Noi riusciamo a muovere le cose e i nostri simili solamente dal di fuori; il nostro muovere è sempre una specie di violenza anche quando non si tratta di nien'altro che di un allettamento o tentazione. Non possiamo mai entrare dentro nessuna creatura allo scopo di muoverla secondo i suoi principi intrinseci dal momento che non sono della nostra produzione. Dio non soffre a motivo di tali limiti poiché tutto ciò che esiste è precisamente della Sua produzione. Le Sue direttive non sono estrinseche o violente: il dito di Dio scrive nelle stesse fibre di tutte le cose che ha creato e dirige.
fr. Alfred White, O.P.