Una pagana maestra di fede - la vicenda della Cananea letta dai Padri della Chiesa
Meditazione su Matteo 15, 21-28
In questo brano del Vangelo di san Matteo, possiamo vedere quali devono essere gli atteggiamenti interiori per una buona preghiera: la fede, l’umiltà e la perseveranza. La cananea, nonostante sia una pagana ha fede nel Signore, sa che se Lui vuole può guarire la figlia pertanto invoca la sua misericordia, il suo aiuto. Lo fa con pazienza e perseveranza, nonostante l’apparente rifiuto da parte di Gesù. Lei sa di non appartenere alle pecore della casa di Israele, (fa notare Rabano Mauro, che i pagani erano chiamati cani a causa dell’idolatra) ne è cosciente.
In questa coscienza di sé, nonostante il Signore le dice: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini», continua con umiltà e fermezza la sua preghiera rispondendo: «È vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». «Guardate la sapienza della donna», commenta san Giovanni Crisostomo, «non osa contraddire il Signore, non si rattrista e non si abbatte, ma dice “è vero” e mostra le qualità dei cagnolini: si nutrono delle briciole, non possono stare lontani dalla mensa del padrone» (Homiliae in Matthaeum, hom. 52,2).
La cananea non chiede il pane ma le briciole. Come mai il Signore non la esaudisce subito? In fin dei conti non stava chiedendo nulla di male chiedeva la liberazione della figlia. Il Signore mette alla prova la sua fede. Il Crisostomo, prosegue dicendo che nostro Signore sapeva che gli avrebbe parlato in quel modo e non voleva che restasse occulta una così grande virtù per questo gli risponde dicendo: «Donna, grande è la tua fede!».
La donna non parla per adulare il Signore ma per manifestarle la sua grande fede (Cfr. Homiliae in Matthaeum, hom. 52,2-3) e il Signore premia questa fede: «Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita». Il Signore esaudisce sempre le preghiere dei suoi figli se sono conformi alla sua volontà e ci aiuta ad attuare e rimanere sempre nella sua volontà, ma bisogna saper chiedere: «Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male» (Gc 4, 2-3). Se vogliamo essere esauditi, nella consapevolezza che il Signore ci mette alla prova per farci crescere nella virtù, dobbiamo necessariamente accostarci alla preghiera con questi atteggiamenti interiori di fede, umiltà e perseveranza. Insegna sant’Agostino: «Dio vuole che nella preghiera si eserciti il nostro desiderio, in modo che diventiamo capaci di ricevere ciò che egli è pronto a darci». (Sant'Agostino, Epistula 130, 8, 17).
fr. Domenico M. Vendemmiati, O.P.
Dal Vangelo secondo Matteo:
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.