Giuseppe, umile e giusto
Proviamo a leggre le prime conseguenze dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria con lo sguardo di san Giuseppe. Non ci viene dato nessun dettaglio su come Maria abbia comunicato a Giuseppe di essere incinta. Si può solo immaginare il carico umano che si riversa in Giuseppe dopo aver appreso dalla donna che ama di essere in cinta, e chissà forse Maria non è riuscita a spiegare a Giuseppe neanche cosa effettivamente stava accadendo. Altrimenti perchè Giuseppe considera di ripudiarla ? Nel segreto certo, ma vuole comunque ripudiarla.
O forse questo accaduto voluto da Dio era troppo anche per l’uomo giusto Giuseppe, e non trova il suo posto in questo disegno del Creatore. Certo è che Giuseppe esprime in questa situazione una giustizia che ha tanto da insegnarci. E’ un dato che anzichè umiliare Maria pubblicamente, renderla oggetto di scherno nella piazza del villaggio come adultera e quindi sciogliersi pubblicamente da lei per evidenza dei fatti, decide di fare questo nel segreto. E’ come se non voglia consegnare al ridicolo pubblico un mistero che sembra non appartenergli.
Anche questa strada, quella del ripudio nel segreto, non era certo una decisione facile da prendere : se Maria è innocente perchè abbandonarla ? Se è colpevole perchè ripudiarla di nascosto ? Giuseppe è combattuto. Il vangelo di Matteo ci descrive lo stato d’animo di Giuseppe: mentre stava considerando queste cose, che potremo dire in altre parole, mentre stava rimuginando la sua decisione, mentre si confrontava con sofferenza con la sua decisione, essendogli passati per la mente questi pensieri : Giuseppe è irrequieto.
La decisione di Giuseppe di provare a ripudiare Maria nel segreto, cioè di non pubblicizzare troppo questo fatto, ci fa intrevvedere attraverso Giuseppe che la giustizia in questo caso ha a che fare con l’attenzione a non umiliare gli altri quando sbagliano. Anche di fronte ad una sofferenza così grossa, come quella di essere stato tradito dalla donna che ama, Giuseppe esercita la sua bontà e la sua giustizia decidendo di non umiliare Maria. Se ne vuole congedare in privato, facendo applicare una giustizia il più equa possibile, ma soprattutto che non schiacci una volta per tutte e in modo inesorabile, chi ha sbagliato. Giuseppe ci insegna che l’arroganza nell’arroccarsi a paladini della giustizia spesso ci fa schiacciare gli altri. Dimentichiamo che anche noi siamo esposti a commettere errori, magari più gravi di quelli degli altri, e che quindi dobbiamo stare attenti alle scelte che derivano da una vuota intransigenza, direi da una intransigenza disincarnata. Quando la giustizia si disincarna, non tiene conto delle persone, delle circostanze, smette di essere giustizia, perchè anche la punizione ha come fine il guarire e non l’umiliare.
Ma a Giuseppe è chiesto ancora di più. L’umanità del Verbo fatto carne ha bisogno di una vera famiglia. Ed ecco allora intervenire l’angelo in sogno.
L’angelo ripete l’invito rivolto anche a Maria a non temere di fronte ai disegni di Dio. Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio (Lc 1,30) ; Non temere di prendere con te Maria, tua sposa (Mt 1,20), dice a Giuseppe. Stesso invito al coraggio sarà rivolto a Pietro quando lo chima alla vocazione di lasciare tutto e seguirlo : Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini (Lc 5,10). E quanti altri non temere sono disseminati nella Bibbia ! Li potremo riassumere con quello rivolto al Profeta Giosué : Non temere dunque e non spaventarti, perché è con te il Signore tuo Dio, dovunque tu vada (Gs 1,9)
Il Mistero della vocazione che Dio ci offre è grande, ma poichè viene da Dio non c’è da temere. Giuseppe, come Maria obbedisce : fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa .
Giuseppe, come Maria, iniziano a vedere la vita in grande, con la prospettiva di Dio. Non c’ è più solamente la piccolezza della loro esistenza, ma il disegno di Dio che si realizza attraverso le loro vite. Non c’è da temere. Cosa mai potrà capitare loro ? Capiteranno loro tante cose, ma sotto lo sguardo di Dio, qualsiasi cosa accada loro può mettere alla prova, ma non paralizzare.
L’invito dell’angelo a non avere paura è l’invito ad ognuno di noi a fidarci di Dio quando ci invita a compiere passi che sembrano troppo guardi per noi. Facciamoci coraggio : non temiamo quando Dio ci chiede di perdonare, non temiano quando ci chiede di rischiare, non temiamo quando ci chiede di assumere responsabilità, non temiamo quando ci chiede coerenza, non temiamo quando ci chiede di abbandonare i nostri compromessi e i nostri atteggiamenti corrotti, non temiamo quando traballano le nostre sicurezze, non temiamo quando ci chiede di seguirlo con esclusività.
Il non temere, come l’essere giusti, è un atteggiamento di umiltà.
Il buon giudice giudica bene quando sa ringraziare Dio che gli ha concesso la misericordia di non commetere peggio di quello che è chiamato a giudicare. Sarò una persona giusta e comprensiva allo stesso tempo, nella misura in cui non mi rinchiudo nella mia arroganza che mi fa presumere di essere più forte di quello che sono. Ecco allora la necessità dell’umiltà non solo nel prendere le decisioni giuste, come ha provato Giuseppe con Maria prima del sogno dell’angelo, ma anche di fronte alla scelte che ci vengono chieste da Dio nella nostra vita : sarà lui a condurle e non le nostre sole capacità Ecco perché non dobbiamo temere. Anche a fronte delle nostre brillanti capacità, sarà Lui a condurci, e dove le nostre capacità non potranno arrivare … non temiamo, Dio è con noi. Proprio come san Giuseppe : come può un uomo essere padre adottivo del figlio di Dio incarnato, e sposo della madre di Dio ? Può, senza paura, con la grazia di Dio.
fr. Gian Matteo Serra, O.P.
Testo del Vangelo:
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù[…] Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.