Caterinati e Domenicani
Patrocinio spirituale dell'Ordine
Negli statuti dell’associazione internazionale dei Caterinati1 (libretto, pag. 15) si trova il decreto che riconosce il “patrocinio spirituale” dell'ordine domenicano, concesso dal maestro generale dell’ordine, fra Aniceto Fernández, in occasione dell’istituzione dell’associazione nel 1970. Questo evento coincide con la proclamazione di Caterina come “dottore della Chiesa universale” da parte di Paolo VI.
Ma che cosa significa patrocinio spirituale?
Fra Fernandez ci vede un aiuto spirituale. Come qualsiasi patrocinio, questo riconoscimento apporta un dinamismo, per i caterinati e insieme per i Domenicani, nella misura in cui la Santa è invocata e la sua testimonianza ricercata, desiderata. Questo è ciò che fra Cocolicchio ha condiviso con il suo entusiasmo contagioso.
Se, durante la vita di Caterina, il numero dei suoi seguaci ammontava a un centinaio, è importante mantenere le caratteristiche di questa famiglia, “piccola ma con una vocazione sublime e incisiva”, quella di fare la storia, lasciare un segno.
Non si tratta di un movimento di massa, ma di un lievito nella pasta. Tra Caterina e i suoi seguaci c’è un legame familiare. Lei era per loro, la loro madre (“Mamma e Maestra”) ed essi erano per lei i suoi “dolcissimi figli”. Li seguiva anche quando erano lontani. Consideriamo che “oggi lei può ancora fare di più e meglio, come ha promesso” prima di lasciarci. Si sentiva responsabile della vita, della fede e della vocazione dei suoi figli e figlie. Come il Cristo lodava il padre per i suoi discepoli e glieli affidava, così Caterina pregava per “coloro che tu mi hai dato, perché io gli ami di singolare amore”.
Nella lettera al suo padre spirituale, Raimondo da Capua, dove lei lo rende partecipe delle sue ultime raccomandazioni, lei gli chiede di raccogliere il suo “libro” e i suoi “scritti”, di essere d’accordo con fra Tommaso, suo confessore, e cita i discepoli che l’assistevano: "Pregovi ancora, che questa famiglia, quanto vi sarà possibile, voi gli siate pastore e governatore, siccome padre, a conservarli in dilezione di carità e in perfetta unione; sicchè non siano nè rimangano sciolte come pecorelle senza pastore. E io credó fare più per loro e per voi dopo la morte mia, che nella vita. Pregherò la Verità eterna, che ogni plenitudine di grazia e doni ch'egli avesse dati nell'anima mia, gli trabocchi sopra voi altri, acciocchè siate lucerne poste in sul candelabro."2
Questo passaggio mostra che Caterina ha affidato la sua famiglia, la sua bella brigata, all’Ordine dei Predicatori. Ha chiesto a Raimondo di fare “tutto il possibile” per mantenerla unita nell’amore, vegliando sempre al primato della carità nella verità. Caterina non domanda all’Ordine l’incorporazione della sua famiglia, ma il suo “patrocinio”, in quanto alcuni suoi membri appartengono all’ordine e gli altri, ad ogni tipo di gruppi nel Popolo di Dio. Nel linguaggio dopo il Vaticano II, si parlerà di un movimento ecclesiale. Gli Statuti dell’associazione internazionale dei Caterinati portano del resto un titolo tra parentesi: Movimento di S. Caterina. L’associazione (movimento) è impastata della spiritualità domenicana di cui Caterina è pervasa. Il suo scopo è la formazione continua, non il culto o le opere di carità, com’è il caso delle confraternite. I discepoli di Caterina studiavano le Sacre Scritture, ma anche la Divina Commedia la Somma teologica di S. Tommaso d’Aquino...
J. Beyer, uno dei primi ad analizzare i movimenti ecclesiali3, distingue tre tipi: i movimenti di tipo laicale come l’azione cattolica, i movimenti di tipo “spirituale” come gli “Istituti di vita consacrata” o i Terz’ordini (Can 303). Questi due tipi sono ben inquadrati canonicamente. Ma ne esistono anche di altri generi che, per mancanza di un termine migliore, sono chiamati “movimenti ecclesiali”. In questo caso, è il carisma del fondatore o della fondatrice che diventa l’elemento unificante di una famiglia “ecclesiale”, raccogliendo varie vocazioni: laici, sposati, consacrati e sacerdoti. I membri aderiscono secondo diversi gradi di appartenenza. I movimenti si presentano come delle “micro-chiese” in quanto sono rappresentati i diversi stati di vita e vocazioni e partecipano allo stesso desidero di rispondere concretamente alla vocazione della Chiesa, di tutti i battezzati, alla santità.
Tornando al decreto di riconoscimento del patrocinio spirituale dell’Ordine domenicano concesso all’associazione dei Caterinati, fra Cocolicchio rileva l’accento posto sull’importanza “universale” del messaggio, della testimonianza di Caterina e sui legami di carità che uniscono “i suoi figli e le sue figlie”, carità che è un dono di Dio e ci lega alla sorgente. Egli trasmette l’esortazione del maestro generale, fra Fernandez, indirizzata a tutti i figli di San Domenico, di accogliere questa “eredità di famiglia”, che ha ben rinnovato alcuni membri dell’Ordine tra i primi Caterinati, a iniziare dal beato Raimondo di Capua, loro maestro generale!