Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre
Il messaggio di San Domenico di Fiesole
Ogni volta che entro nella chiesa di San Domenico di Fiesole e guardo l’altare, mi sorprende come abilmente l’artista vi abbia rappresentato l’essenza della nostra fede cristiana intrecciata indissolubilmente alla missione del nostro Ordine nella figura di quattro santi domenicani.
La cimasa dorata presenta al centro, dalla base, il tabernacolo, al centro Dio Padre benedicente e il simbolo dello Spirito Santo ( la colomba), e sulla cuspide, il pellicano, simbolo del supremo sacrificio di Cristo che ha donato la vita per i suoi figli e ricordo del valore sacrifico dell’eucaristia.
Attorno a questi sacri simboli della nostra fede l’artista ha posto le statue di quattro grandi santi domenicani, ognuno dei quali è evidenziato dal proprio emblema.
San Domenico di Guzman è raffigurato con una stella sulla fronte e tiene in mano il libro, simbolo dell’amore fedele alla Parola di Cristo; San Tommaso d’Aquino, che si riconosce per il sole che brilla sul suo petto, simbolo della indefessa dedizione allo studio della teologia; San Pietro Martire, il primo martire domenicano che morì per aver difeso strenuamente la fede, porta conficcato nel cranio la mannaia che lo uccise e infine Sant’Antonino, priore del convento di Fiesole e poi vescovo di Firenze rappresentato semplicemente con il consueto abito domenicano con il pallio sulle spalle, a testimonianza del suo amoreper una vita povera dedicata ai più bisognosi.
Tutte queste raffigurazioni esprimono la dedizione dell’Ordine alla Parola di Cristo e fanno da sfondo all’altare, il sacramenti donatrix mensa,il luogo massimo di devozione e consacrazione della chiesa. Questi santi, che hanno vissuto intensamente la fede, per tutti noi sono un invito ancora attuale a fare della nostra vita un incontro incessante con Cristo.
Ma oltre ai quattro santi domenicani, testimoni della grandezza dell’Ordine domenicano nella sua missione di propagazione e difesa della fede, di carità nel mondo circostante, come non ricordare la figura del Beato Angelico? Egli è vivo nel convento di Fiesole con una pala d’altare e il commovente Crocifisso dipinto nella sala del Capitolo. La sua arte è divenuta parola di fede, quasi un ponte, per usare un’immagine di Ugo da San Vittore, tra il mondo humilis delle creature e il mondo sublimis del Creatore.
Radici profonde della spiritualità domenicana, ciascuno di essi ha testimoniato mirabilmente, nella specificità del proprio carisma, la sequela di Cristo. I loro simboli; la stella, il sole, la mannaia, il pallium rimandano alla loro specifica missione tra gli uomini.
In questo Giubileo della fondazione dell’Ordine, la loro vita è una esortazione per tutti, e specialmente per i domenicani di oggi che vivono e operano nei luoghi più diversi e lontani, a diventare, nella diversità dei loro ‘talenti’, “sale della terra” e “luce del mondo”.
fr. Maxim D'Silva, O.P.