DOMENICANI

"Credo di non essermi fatto alcun merito vivendo in quest’Ordine perché vi ho trovato sempre troppa gioia"

Messaggio vocazionale animato dalle parole del Beato Reginaldo D’Orleans

Avvicinandomi alla data del mio XXV di ordinazione sacerdotale e avendo già compiuto 34 anni dal giorno in cui sono stato accolto nel nostro amato Ordine dei Frati Predicatori, desidero condividre una riflessione che ha come base le famose parole del beato Reginaldo D’Orleans (1180 ca – 1220): una delle figure pilastro e simbolo della nostra famiglia domenicana.

Reginaldo docente di Diritto all’università di Parigi e decano di Saint-Aignan d’Orleans, conosciuto ed eccelso Maestro Reginaldo, dotto in Diritto canonico, arrivato a Roma al seguito del Vescovo di Orleans per seguirlo nei luoghi santi, si ammala gravemente e dopo le visite di San Domenico e la sua esortazione ad entrare tra i Domenicani, viene accolto nell’Ordine.

Si racconta del famoso miracolo divino che gli capitò essendo caduto gravemente ammalato: in quella occasione la Santissima Madre di Dio in persona, ungendogli varie parti del corpo gli indicò la sua nuova missione di evangelizzatore (predicatore) e gli mostrò l’abito intero del nostro Ordine. Bologna e Parigi hanno potuto osservare (secondo la relazione del B. Giordano di Sassonia) la sua infuocata elequenza e parola che, come fiaccola ardente, infiammava l’animo l’animo degli ascoltatori tanto da sembrare un secondo Elia. Muore a Parigi nel 1220, dove fu sepolto nel cimitero benedettinio di di Notre-Dame-des-Champs. Fu beatificato da Pio IX nel 1875.

La framosa frase, che è anche il titolo di questa riflessione, "Credo di non essermi fatto alcun merito vivendo in quest’ Ordine perché vi ho trovato sempre troppa gioia", suona come sprone ad ogni appartenente alla famiglia a ringraziare per il dono della vocazione domenicana. Questa, se ben vissuta, porta con se tanta gioia e pienezza nel saper vedere con ottimismo sia il nostro lavoro che quello degli altri membri della nostra famiglia domenicana, nonché quello di tante persone di buona volontà, valorizzando tutto il bene realizzato e quello che si può ancora realizzare.

fr. Giorgio Pittalis, O.P.Al ringraziamento dovrebbe seguire la spinta nel seguire Reginaldo come modello di predicazione: infuocata elequenza e fiaccola ardente; secondo Elia e uomo della parola e della predicazione aperto al cambiamento, alla Novità: quindi servitore della Parola, della Verita della comunità e della gente. Penseremo a noi domenicani e alla proposta da dirigere ai tanti giovani che continuamente incontriamo, come a persone umane e religiose che, felici e realizzate nella propria chiamata, incendiano la “fiaccola ardente” che ogni essere possiede e che ha bisogno di essere accesa, magari riaccesa!

La domanda che rivolsero al B. Reginaldo d’Orleans: "Ti è costato sottoporti all’austera disciplina dell’Ordine?", potrebbe essere tradotta ai nostri giorni e proposta alla famiglia domenicana e a coloro che sono in ricerca della propria vocazione con queste parole: te la senti, ti piacerebbe, avendo una visione positiva e di speranza essere una luce che illumina, che dà calore, che dà speranza, che rinnova, che cambia, che cammina, che incontra Dio e gli uomini e che con questi ultimi due parla e gioisce? La risposta dei nuovi "Reginaldo" potrebbe essere: Se questo mi dà la gioia e la pienezza... sì,fino alla fine.

Un bel programma di vita quella vera, quella nuova che Gesù Cristo ci ha regalato perche’ la condividessimo. Tanti auguri, quindi, alla nostra Famiglia Domenicana perchè sia sempre questa luce e questa speranza che, fondata in Cristo, porti la gioia alle persone... a tutte le persone! E un invitio, infine, ai tanti amici dei domenicani perché accolgano la vocazione alla vita religiosa per essere forieri di luce.

"Un fuoco produce altro fuoco, una luce produce altra luce" - San Francisco Coll y Guitart, OP

fr. Giorgio Pittalis, O.P.