DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

La biblioteca Casanatense

Nel 1884 si concluse negativamente la causa giudiziaria intentata dai Domenicani contro il novello Regno d’Italia, che già nel 1873 aveva affiancato al prefetto domenicano e direttore della biblioteca Casanatense un funzionario governativo, in seguito all’applicazione anche a Roma della legge sulle corporazioni religiose nel 1873.

Questo evento segnò la fine di un’eccellenza domenicana, che dal 1701, anno della sua apertura al pubblico, servì quale fonte principale dei testi necessari allo svolgimento delle attività degli organismi censori romani, la Congregazione dell’Indice e la Congregazione del Sant’Uffizio. Se fu il cardinale Casanate a fondare la biblioteca e, con le cospicue rendite da lui legate, ad assicurarne il funzionamento e lo sviluppo, l’ispiratore di questo lungimirante progetto fu il Maestro Generale dell’Ordine dei Predicatori Antonio Cloche, come ricorda anche l’elogio funebre inciso sulla lapide a lui dedicata alla Minerva nel 1723.

Oltre alla biblioteca, che all’epoca fu una fra le più importanti in Europa, Casanate creò un collegio di sei teologi di diverse provincie dell’Ordine e provenienti da nazioni diverse, per difendere la fede cattolica contro le eresie, il rilassamento della morale cristiana e da ogni dannosa innovazione

“fondandosi sempre nella Sacra Scrittura, nelle tradizioni, nel consenso universale di Santi Padri, nelle definitioni della Chiesa, ne’ i Concilij, e Costitutioni de’ Sommi Pontefici, e nella pratica antica, et universale della Chiesa Cattolica, ponendo particolar cura in confutare bensì gl’errori, mà non introdurre nuove dottrine: vedendosi pur troppo chiaramente, che quest’ambitione di voler sapere più di quello, che hanno insegnato i nostri maggiori, tiene divise le schuole de’ Cattolici con grand’impedimento alla conversione degl’Heretici.” (Testamentum Hieronymi Cardinalis Casanatae Bibliothecae Fundatoris, p. 21).

riccardo lufranifr. Riccardo Lufrani, O.P.Altra finalità della biblioteca fu quella di assicurare due lezioni per ogni giorno di apertura sulla Summa theologica, dando la possibilità agli studiosi, anche esterni, di usufruire della biblioteca stessa. Incastonata in un antico chiostro del complesso conventuale di Santa Maria sopra Minerva, la biblioteca Casanatense ci ricorda ancora oggi il servizio che il nostro Ordine assicura alla Chiesa sin dalla sua fondazione ottocento anni fa.

A guisa di conclusione, vorrei condividere il primo pensiero che mi è venuto in mente, impressionato dalla grandezza dell’augusta sala della biblioteca, mentre scorrevo con lo sguardo gli eleganti e chiari pannelli delle materie in cui è suddivisa e che spaziano dalla teologia al diritto, dalla storia alla geografia, un vero e proprio compendio dello scibile umano dell’epoca: “ma questa favolosa biblioteca era l’Internet di allora!”.

Come allora, anche oggi noi Domenicani siamo chiamati a formarci sempre meglio per approfondire, predicare e testimoniare la nostra fede, tanto più che abbiamo a disposizione uno strumento insuperabile qual è Internet, che i nostri predecessori ci avrebbero certamente invidiato! In fondo … nulla di nuovo sotto il sole!

Questa breve e modesta nota si fonda essenzialmente sul chiaro ed erudito articolo della dott.sa Margherita Palumbo “La Casanatense, una biblioteca al servizio della ‘sana dottrina’", pubblicato nel 2011 negli atti del convegno dei Lincei (260) “A dieci anni dall’apertura dell’archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede: storia e archivi dell’inquisizione”.

La biblioteca Casanatense è aperta al pubblico (http://www.beniculturali.it/mibac/...)e delle visite guidate dal titolo “Insula Sapientiae” sono organizzate regolarmente dalla biblioteca della Camera dei Deputati (http://biblioteca.camera.it/13?testo_biblioteca=44)

fr. Riccardo Lufrani, O.P.

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