La Quaresima: non un tempo di rivoluzione
Ti chiameranno riparatore di brecce, restauratore di case in rovina per abitarvi, ci dice il profeta Isaia nel capitolo 58, una delle pagine più belle della parola di Dio sul digiuno! Il digiuno più bello che il Signore vuole è quello dell’astenerci dal continuare come abbiamo fatto sino ad oggi per entrare in un movimento di conversione che ci fa aprire gli occhi al mondo. Chissà, tra le persone che conosciamo, quante catene inique possiamo aiutare a sciogliere, quante corde che legano i nostri amici alla tristezza possiamo provare a spezzare, quanti imprigionati dai drammi della loro vita possiamo accompagnare. Quanto pane abbiamo ancora da condividere!
Si certo, il pane del tempo da dedicare alla solitudine, il pane della pazienza da dedicare a chi ci da fastidio, il pane della dignità a chi non ce l’ha … ma non dimentichiamo di condividere anche il pane di farina che sprechiamo ogni giorno, non dimentichiamo di dover ridimensionare il pane delle nostre comodità e dei nostri gadget per comprare farina da condividere, aprire le porte per i miseri, dare un vestito a chi non ce l’ha, una penna a chi vorrebbe studiare!
Questa Quaresima è anche specialmente il tempo della Misericordia. Mille missionari della misericordia sono inviati dal papa per portare l’abbraccio della Misericordia di Dio al mondo. Questa misericordia investe anche me, che ricevo misericordia per essere misericordia: misericordiosi come il Padre, che è misericordioso con me.
La quaresima è il tempo in cui dovremmo pensare ai volti ai quali chiedere perdono, e che ci chiedono perdono, e non avere paura di chiedere a Dio di fare il primo passo. Forse questo significa apparire dei perdenti! Sì, ma probabilmente solo agli occhi del nostro orgoglio. La Quaresima non è il tempo della rivoluzione, ma il momento in cui si prende del tempo per lasciarsi mettere in crisi dal volto di Dio che soffre nelle persone con cui viviamo. E’ il tempo per vedere le brecce, le nostre certo, ma soprattutto degli altri! E' il tempo di vedere le case in rovina, e farsene, per quanto possibile, riparatori!
E’ inevitabile che dobbiamo rinunciare a qualcosa per trasformare le rovine in case da abitare, ma anche se non riuscissimo a rendere abitabili le case in rovina, abbiamo la forza di trascorrere un po’ di tempo con le rovine di chi chiede il nostro aiuto? Buona Quaresima a tutti.
fr. Gian Matteo Serra, O.P.