DOMENICANI

Il dialogo come missione è il titolo di un recente pubblicazione che raccoglie scritti di fr. Chrys McVey (1933-2009). Di origini statunitensi fr. Chrys ha vissuto il suo ministero nell'Ordine domenicano circa quarant'anni in Pakistan prima di essere chiamato a Roma a Santa Sabina come socio per la vita apostolica del Maestro dell'Ordine fr. Timothy Radcliffe.

Questo testo è frutto di una collaborazione che ha coinvolto diverse persone in angoli distanti del mondo. Fr. Prakash Lohale dell'India e fr. Kevin Toomey della Nuova Zelanda hanno ritrovato i testi di Chrys e li hanno ordinati. Una prima pubblicazione in lingua inglese è stata il primo esito di questo loro lavoro. Poi con l'aiuto di Fabio Magalini e Ruth Henderson il testo è stato tradotto in italiano. Il Centro Espaces 'Giorgio La Pira' di Pistoia ha poi curato la revisione del tutto ed una nuova struttura per l'edizione italiana che è stata stampata presso la casa editrice Nerbini di Firenze.

Da circa dieci anni a Pistoia le attività promosse dal Centro 'Giorgio La Pira' sono ordinate a sondare il tema del dialogo interculturale, interreligioso ma anche a promuovere uno stile di dialogo: è un dialogo che coinvolge persone diverse e intende porre insieme differenti orizzonti di sapere attorno ai temi del vivere sociale del nostro tempo.

    fr. Alessandro Cortesi, O.P.

Esito degli approfondimenti svolti nel confronto e dibattito, sono state molteplici pubblicazioni susseguitesi negli anni. Vorrei ricordare solo alcuni tra i titoli di volumi che hanno raccolto il lavoro maturato nella discussione e poi nella scrittura a partire da convegni, seminari e incontri: Sfide del dialogo in Europa oggi (2006), Teologia dell'incarnazione oggi (2007), Politica e spiritualità (2013), Storie di testimoni, sfide di pace (2014) Islam popoli in movimento democrazia (2015). Chrys McVey è stato uno tra i protagonisti intervenuti in questo percorso di dialogo, seguendo con amicizia il nostro lavoro e partecipando di persona ad un congresso teologico tenutosi proprio a Pistoia qualche anno fa quando ebbe occasione di comunicare la sua riflessione.

Chiave di lettura della sua sensibilità, capace di nutrirsi nella sua ricerca di Dio, di testi letterari, di ascoltare la sapienza umana e capace di sondare le ricchezze entrando con umiltà e rispetto, togliendosi i calzari, nella terra dell'altro, si può ritrovare alle pp. 63-64 del suo testo: "Prima d'iniziare, dovrei anche confessare che mentre molte cose che dirò vengono dalla letteratura, esse risultano anche radicate negli anni che ho trascorso in Pakistan. Il mio debito verso il Pakistan è immenso, un debito verso la piccola ma vitale comunità cristiana, discriminata e resa vittima, ma per questo ancor più fedele.      fr. Chrys McVey, O.P. Sono grato ai miei amici musulmani: gli uomini, e soprattutto le donne, dalle quali ho imparato a vedere un altro volto di Dio. Sono convinto che se non fossi vissuto lì per tanti anni, oggi non avrei assolutamente nulla da dire. L'anno scorso una sorella mi ha chiesto quanti anni fossi vissuto in Pakistan e quando le ho risposto 'quarant'anni', lei mi ha domandato: 'Sei nato lì'. 'No, dissi, lì sono rinato'". 

Parole di questo tipo sono preziose oggi in un tempo in cui la logica della guerra, quella del dominio economico, il terrore in nome della religione e la violenza generano attitudini di sospetto, di distanza tra le persone e i popoli. Sono parole che aiutano a scorgere l'urgenza e la fecondità del dialogo nel tempo delle diversità e del pluralismo: "l'incontro con i credenti non cristiani offre la possibilità non solo di vederci in modo nuovo, ma anche di vedere la nostra stessa fede in modo nuovo" (ibid. p.79).

fr. Alessandro Cortesi, O.P.