DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Dicembre 2015: lavori ancora in corso

Oggi è il primo dicembre ed entriamo ufficialmente in quest’ultimo mese dell’anno solare. Abbiamo varcato una soglia stando bene attenti, qualora fossimo stati superstiziosi, di non colpire lo stipite come nell’antica cultura cinese. Entriamo nell’ultima stanza del piano 2015° dell’edificio chiamato “uomo”. In questa stanza soggiorneremo per 31 giorni, vivremo esperienze nuove ma soprattutto rivivremo nella nostra memoria tutto quello che è accaduto durante l’anno sia all’interno che all'esterno del nostro edificio personale.

Volenti o nolenti ciò che è stato costruito o abbattuto rimarrà come un segno indelebile. Alcuni di noi avranno ben edificato con mattoni, pietre e cemento armato e rifinito il tutto con ciò che meglio corrisponde al proprio essere, dal minimal chic all’estrema “pacchianeria” del tycoon. Altri di noi invece avranno con fatica e lentezza innalzato solo le mura dando un pò di intonaco alle pareti, arredando il tutto con il minimo indispensabile.

Ma il nostro edificio non è solo l’interno bensì anche il suo esterno, in qualsiasi modo esso si presenti. Mi ricordo di case all'esterno estremamente decadenti dove all’interno regnava una grande limpidezza, quella limpidezza tipica di coloro che non hanno a cuore il giudizio degli altri ma che badano alla sostanza, a come essi vivono realmente agli occhi di Colui che scruta e conosce i segreti del cuore. Tuttavia altre volte, all'interno di questi palazzi in “rovina” si nascondono i segni di una passata grandezza dove il grande salotto dalle volte affrescate di croste ammuffite e dalle pareti ricoperte da lisi broccati, ospita l’unica camera da letto di una famiglia di cinque persone. Queste rimpiangono quei “tempi civili”, i tempi del conte Mascetti con l’Isotta Fraschini e l’orso bruno al guinzaglio, ma non si accorgono di essere come quelle ancore che da gran tempo sono in fondo al mare e che hanno perso il contatto con la catena che le riportava in superficie all'area aperta.

manuel russo2   fr. Manuel Russo, O.P.Nella mia vita ho visto pure edifici signorili dalle belle facciate e circondati da marciapiedi e giardini immacolati. Ebbene, anche questi nascondono due tipologie di interior. Il primo progettato da esperti di arredamento, ove tutto è al suo posto ed ogni angolo è votato ad accogliere i segni dello status symbol di colui che vi abita. Queste sono delle “case vetrine”, e come le vetrine delle vecchie zie servono per mostrare quei servizi di porcellana inutilizzati per la paura di rovinarli, dal momento che sembra quasi più importante mostrare ciò che non si è realmente piuttosto che vivere la propria vita in pienezza.

Il secondo invece mi richiama alla mente una famiglia che viveva in una villetta dalla bella facciata bianca e dal giardino ricolmo di rose. Una volta accolto nella loro intimità, però, sono stato investito dal buio e dalla tristezza: cumuli di cianfrusaglie, vestiti sporchi, cascate di pentole e piatti nel lavello otturato... per la prima volta mi sono trovato all’interno di quelle “periferie esistenziali” di cui parla il Santo Padre. Forse questa è la situazione peggiore nella quale si possa trovare un edificio: potrà apparire limpido all’esterno ma se al suo interno non rifulgerà la Luce del Creatore, se cioè non sarà riscaldato dall’Amore che move il sole e le altre stelle, ammuffirà divenendo così inabitabile.

Nel costruire il nostro edificio potremmo sbagliare molte volte, ma finché avremo la forza di domandare la Sua Grazia, il peso del lavoro sarà leggero e saremo sempre in tempo per far risplendere al suo interno la Luce del Salvatore.

Sicchè da oggi abbiamo ancora un mese di tempo prima della fine di questo anno per poter portare a compimento quei lavori cha abbiamo iniziato nel 2015, sicuri che il Primo Costruttore ci darà gli utensili necessari e funzionali per rendere sempre più bella ed accogliente quella casa che è la nostra persona.

fr. Manuel Russo, O.P.

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