DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

La testimonianza di un missionario domenicano

Il nuovo anno mi regalerá di nuovo il Guatemala. Come sapete mi trovo in Italia da diversi mesi per motivi di salute. In estate mi hanno messo la protesi all'anca sinistra. Ora che leggete, speriamo, saró nel processo di riabilitazione dopo il secondo intervento, stavolta all'anca destra. Ogni tanto la macchina del nostro corpo ha bisogno di revisione accurata e di qualche ricambio. Poi di nuovo in mischia, pieni di energia ed entuasiasmo, a condividere la bella avventura della missione a Dolores, nella regione del Petén. In questo periodo di riposo "forzato" ho avuto modo di incontrare molte persone.

In ospedale e durante la convalescenza, in riunioni con amici che da vicino seguono e aiutano i programmi di promozione umana, in momenti di relax per raccontare esperienze, sogni, illusioni...  Un grazie grande grande a tutti voi che sostenete l'annuncio del Vangelo nella nostra missione. Anche un desiderio forte di coltivare il vincolo dell'amicizia nella comune aspirazione a vivere in un mondo umano e fraterno, libero da cinismi e indifferenza, pienamente riconciliato e in pace, cosí come lo vuole il buon Dio. 

Noi domenicani siamo parte integrante di questo progetto di Dio sull'umanitá, del Regno suo che Gesú é venuto a instaurare. Le feste del Giubileo appena iniziato ci offrono l'opportunitá di celebrare 800 anni di vita domenicana come dono prezioso alla Chiesa e al mondo. Davvero il carisma di San Domenico ha dato un grande impulso alla diffusione del Vangelo. Penso al fervore dei suoi figli e figlie che nei primi secoli, con la nuova vita, contagiarono le cittá d'Europa. Penso allo slancio missionario dei domenicani in America Latina. In mezzo a molte ombre dell'evangelizzazione del nuovo mondo brillano esempi di testimonianza profetica di molti nostri confratelli.

ottaviofr. Ottavio Sassu, O.P.Penso all'impegno senza riserve di missionari e missionarie della Famiglia Domenicana, che, mossi dalla passione del Santo Fondatore, nei paesi del lontano oriente hanno fondato comunitá cristiane con la predicazione del Vangelo, spesso sigillata dal martirio. Che bello, allora, in questo Giubileo unirci nella gioia come Famiglia e ringraziare il Signore per tutto il bene che in questi 800 anni San Domenico, i suoi figli e le sue figlie (monache, frati, laici, suore) hanno seminato nel campo della Chiesa e del mondo. Chiedere anche scusa al Signore per le infedeltá e inadempienze che sono parte della nostra storia plurisecolare. Ma sopratutto questo Giubileo, sono sicuro, sará un momento di riflessione per tornare all'inizio dell'Ordine, entrare di nuovo nel cuore di San Domenico, innamorato di Cristo e come Lui con la passione per la "salvezza delle anime".

L'ispirazione del suo carisma ci fa capaci di rispondere con rinnovata dedizione al mandato di Gesú e della Chiesa. 800 anni fá il papa Onorio III riconosceva a Domenico e ai suoi frati il carisma della misericordia, da offrire a tanta gente triste per l'ignoranza, l'errore, l'abbandono e ogni tipo di povertá... Oggi la Chiesa "in uscita" ci chiede di avere la stessa compassione del Santo Fondatore. Con papa Francesco ci dice di andare nelle periferie esistenziali, dove la gente vive e lotta con i problemi quotidiani, le speranze, le contraddizioni...

Accogliamo con gioia e responsabilitá ció che la Chiesa e San Domenico ci chiedono dopo 8 secoli di storia. Buon Giubileo ai fratelli, alle sorelle, a tutti gli amici della nostra bella Famiglia.

fr. Ottavio Sassu, O.P.

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