Gli angeli e noi
"Che capolavoro è l'uomo! Quanto è nobile nei suoi ragionamenti! Quanto infinito nelle sue facoltà! Nelle sue svariate forme e nei suoi movimenti, quanto preciso e ammirevole! Come un angelo nel suo agire!". Così dice Amleto nella celeberrima opera teatrale di Shakespeare. Effettivamente, l'esistenza presunta o reale degli angeli ha sempre esercitato un certo fascino sull'umanità in generale e su tanti pensatori di quasi ogni tipo dall'antichità fino ad oggi.
Secondo il venerabile "principio della plenitudine", dovrebbero esistere a metà strada, per così dire, tra la Divinità infinita ed eterna e le creature visibili, altre creature invisibili ed intangibili, ma non eterne ed infinite, nella grande catena o gerarchia degli esseri. Difatti, nel 1936, un noto autore Americano, Arthur O.Lovejoy (1873-1962), professore di filosofia presso John Hopkins University, scrisse un libro che ebbe grande successo,intitolato proprio così:"The Great Chain of Being", cioè "La Grande Catena dell'Essere".
In questi ultimi due o tre decenni, c'è stato un grandissimo risveglio di interesse per gli angeli mescolato però, purtroppo, con tanti errori a proposito della loro natura e del loro ruolo nella Provvidenza Divina. La Rivelazione Cristiana ci insegna che, fra tutte le creature, gli angeli sono le immagine più perfette di Dio, in quanto manifestano meglio di tutte le altre la bontà, la maestà, e la gloria di Dio. Ma, pur essendo puri spiriti e, perciò, superiori a noi nella conoscenza e nell'amore di Dio, essi non sono "soprannaturali". Dio è l'unico Essere soprannaturale!
Gli angeli domininano per certi versi il mondo creato, ma essenzialmente appartengono ad esso come gli alberi, i gatti e noi uomini. Certo, visti dal nostro livello ci fanno sentire ridotti alle nostre giuste proporzioni, ma visti dalle altezze infinite di Dio appaiono talmente inadeguati come Sue immagini da sembrare quasi ridicoli come noi. Tuttavia, essi sono molto più simili a Dio di quanto lo siamo noi dal momento che tutto il loro essere manifesta meglio del nostro qualcosa dell'eternità, dell'immortalità e della potenza divina. Gli angeli non sono né giovani né vecchi, né robusti né malati, né uomini né donne, maggiorenni o minorenni, alti o bassi, magri o grassi.
I corpi in cui sono apparsi tante volte nelle Sacre Scritture erano solo delle apparenze affinché potessimo più facilmente accettarne la loro persona, il loro messaggio e la loro amicizia. Fa bene a noi sentire, nel modo giusto, un certo fascino per gli angeli. Questi nostri fratelli maggiori hanno molto da insegnarci a proposito di Dio, essendo fatti a Sua immagine e somiglianza più di quanto lo siamo noi; e hanno molto da insegnarci a proposito di noi stessi, allo scopo di sgonfiare il nostro orgoglio e stimolare la nostra umiltà affinché impariamo da essi a seguire quella luce divina che ci guida sul sentiero verso il cielo e a lasciarci rapire da quell'amore che sostiene i nostri cuori vacillanti.
fr. Alfred White, O.P.