Seguiamo contemplando
San Tommaso d’Aquino ha riassunto con “Contemplari et contemplata aliis tradere” (contemplare e condividere il frutto della contemplazione), che è uno dei grandi slogan della Famiglia Domenicana, la bella e felice intuizione di San Domenico. Ci potremo chiedere, tuttavia, se contempliamo, che cosa e come contempliamo?
Cosa significa per noi questo atto che dovrebbe essere una caratteristica fondamentale del cristiano, del buon religioso e di noi domenicani? I dizionari ci dicono che contemplare porta il significato di: attrarre nel proprio orizzonte, osservare, guardare a lungo, osservare con attenzione cosa che desti meraviglia o ammirazione, osservare a lungo qualcuno con interesse e ammirazione e i nostri fra Giacinto D’urso e fra Vittorio Casagrande spesso nei loro insegnamenti definivano la contemplazione come uno sguardo prolungato di amore.
L’abito del contemplare, dell’osservare e dell’amare tutto quello che il Signore ci mette innanzi, ossia il dolore, la passione presente, la luce e quello che dovrebbe trasformarsi in essa, fa parte del DNA del laico, della suora, della monaca e del frate domenicano. Il “contemplari” è il cammino che ci fa raggiungere il contemplata aliis tradere: la predicazione, la missione, la gente, il mondo, la storia.
Il “contemplari” diviene una attivita’ che obbedisce alla logica dell’incarnazione perché dovresti amare le persone e le cose che sono davanti a te, accogliere loro nel mistero di Dio che è Carità infinita; è un atto di accoglienza dell’altro che si propone davanti a te così com’è; è il mistero della conoscenza reciproca: contemplando mi conosco, ti conosco e ci conosciamo.
Mi piace condividere una breve preghiera adattata dalle parole del nostro grande confratello Maestro Eckart di Hochheim che anche in questa terra di missione dove mi trovo da 17 anni, il Guatemala, mi ispirano ad andare avanti per contemplare il mistero di Dio e della persona.
Dio di Amore, tutte le strade, tutto quello che accade, tutto quello che vediamo e sentiamo ci portano a te.
Insegnaci a vedere tutte le persone e tutti gli eventi come un regalo prezioso che tu ci dai per farsi sempre più tuoi.
Fr Giorgio Pittalis, O.P.