La Santa Vergine: “Suocera” di S. Caterina
La grande Santa Caterina da Siena, piccola mantellata domenicana, da molti è ammirata e conosciuta per la forza con la quale ha richiamato papi, regine e governanti a convertirsi a Cristo e a ritornare alle fonti della vita cristiana. Molti ancora la venerano come grande mistica ed amante del Salvatore, le sue esperienze mistiche sono come un piccolo compendio della spiritualità cristiana. Ma quanti conoscono l’amore e la devozione che essa aveva per la Santa Madre di Dio? Quest’amore ha avuto un ruolo per la sua personale esperienza di Amore e nella sua dottrina?
Il suo padre spirituale, il beato Raimondo da Capua, osa affermare che: «qualunque cosa che chiese al Signore e quanto operò, tutto fu fatto mediante la gloriosa Madre di Dio Maria, e l’umanità del Salvatore che fu da lei presa» (Legenda Maior, 7).
Si può dire che Maria è stata una fedele compagna di S. Caterina per tutta la sua vita, già da bambina non poteva fare a meno di pregare di fronte a ogni immagine che trovava per via ma il massimo della sua devozione da bambina l’esplicava nel tepore della sua casa.Abitava in una grande casa a più piani e quindi varie volte al giorno scorrazzava su e giù dall’ultimo piano ove vi era la grande cucina ed il giardino fino ai piani più bassi ove il padre aveva la sua bottega di tintore di stoffe. Ma il modo con il quale faceva le scale era del tutto particolare, ad ogni scalino recitava un Ave Maria inginocchiandosi (Legenda Maior, 56).
Ma Maria non era solo una preghiera verbale, era la sua grande protettrice e modello. A sette anni, quando si consacrò totalmente a Cristo, sentiva che solo Maria poteva aiutarla a vivere con pienezza la vocazione verginale. Quando giovane adolescente disse alla madre del suo amore per Cristo, Maria divenne il suo modello di umiltà.
Giorno dopo giorno subiva le angherie e la severità della madre che la voleva convincere a prender marito, ma non ci fu nulla da fare: nel silenzio Maria l’accompagnò sempre di più verso il suo Figlio dolcissimo, fino al momento delle nozze mistiche ove finalmente Maria divenne la “suocera” della santa senese. Da quel momento Maria non lasciò più la sua nuova figlia. L’affidò alla cura spirituale di un suo figlio amatissimo, il beato Raimondo da Capua, il quale da vero figlio di San Domenico amava di tenero affetto la Madre di Dio tanto da vivere la “dottrina di Maria” (cfr. Lettere, 104).
Tutto il resto della sua vita dopo le nozze mistiche può essere considerato come un prolungamento ed un imitazione della vita della Vergine. I suoi discepoli ci dicono che quando la santa pronunciava il nome di Maria era come se fosse unita misticamente con lei e il giorno della morte il Neri Pagliaresi poteva affermare: «Con Maria dolce, or hai dolce riposo». Anche per l’economia della salvezza è necessaria Maria, che è: «il campo dolce dove fu seminato il seme della Parola incarnata del Figliolo di Dio» (Lettere, 144), affinché il Cristo innestandosi in Maria può innestare tutta l’umanità in Lui. Fondamentale è il libero “si” di Maria. Per Caterina la libertà dell’uomo è talmente sacra che nessuno, né demoni e nemmeno Dio la può violare senza il nostro consenso.
Maria è Tempio di Dio, ed insieme con il figlio soffre l’intera passione, poiché la carne percossa di Gesù era la stessa carne di lei. Fra Madre e Figlio sussiste inoltre un legame più profondo: è il legame d’amore generato dallo Spirito Santo, legame che li unisce nell’accettazione della Volontà del Padre. Molte sono le immagini che Santa Caterina usa per esprimere lo speciale ruolo di Maria: Ella è il ”Libro” ove è scritto il Verbo dal quale noi abbiamo la dottrina della vita . In questa vita noi siamo dei viandanti, che hanno la fortuna di farsi avvicinare da Maria anch’essa in cammino verso la stalla di Betlemme, ma il suo ruolo è quello di mostrarci “la stalla del conoscimento di noi”, luogo ove potremo incontrare il Figlio (cfr. Dialogo, 151).
Fr. Manuel Russo, O.P.