La Madre di Dio nella vita del Laicato Domenicano
L'Ordine Domenicano si è sempre caratterizzato nella storia per una forte unità e coesione, nonostante le necessarie ristrutturazioni interne che vi sono state – e continuano ad esserci – nei suoi otto secoli di vita. Al suo interno c'è sempre stato posto per ogni genere di vocazione, tanto laicale quanto clericale, maschile e femminile che sia (si pensi a santi e beati come Domenico, Caterina da Siena, Martino de' Porres, Tommaso d'Aquino, Diana degli Andalò, etc.).
Fin dalle sue origini, infatti, san Domenico visse e pensò – insieme ai suoi fratelli – un Ordine fatto di frati, monache e laici (terziari) dediti non solo alla propria conversione e santificazione, come avviene nelle realtà monastiche, ma anche alla predicazione e alla salvezza delle anime, ognuno secondo la propria regola di vita.
Un elemento comune a diversi rami dell'Ordine Domenicano è sicuramente l'amore e la devozione alla Madre di Dio, un affetto che caratterizzò anche la vita del santo fondatore. Sappiamo dalle fonti, per esempio, che Domenico era solito intonare durante i suoi viaggi alcuni inni mariani come “Ave maris stella” (Ave, o stella del mare) e che durante la sua vita ebbe diverse visioni della Madonna “accompagnata” da sante come Caterina di Alessandria e Maria Maddalena. Questo amore alla Madonna, poi, si diffuse immediatamente all'interno dell'Ordine, come viene detto nelle Vitae fratrum, vera e propria raccolta di testimonianze della vita e delle vicende del nascente Ordine dei Predicatori.
L'Ordine però non si è spento con la morte di san Domenico ma continua a vivere nei secoli. Dal canto mio, da circa un anno sono stato nominato Assistente religioso della Fraternita Laica Domenicana “Beato Angelico” di Firenze. Il compito dell'assistente di una fraternita, come dice la Regola delle fraternite laiche di san Domenico, è quello di «aiutare i membri [della fraternita] in materia dottrinale e nella vita spirituale» (Regola, 21 c), sostenendoli nel loro cammino personale e comunitario, condividendo con essi le ricchezze della spiritualità domenicana tra le quali vi è certamente la devozione alla Madre di Dio. Ciò non solo, come accennato poco fa, per ragioni storiche, ma soprattutto perché Maria è modello di vita cristiana e di vita contemplativa per ogni domenicano e domenicana (frate, monaca, laico/a, etc.).
Infatti tra le «le fonti principali dalle quali i laici di san Domenico attingono le loro energie per progredire nella loro specifica vocazione, che è contemplativa e nello stesso tempo, in modo inscindibile, apostolica» (Regola, 10) vi è proprio la «devozione alla Beata Vergine Maria, in conformità alla tradizione dell'Ordine», così come «a san Domenico, nostro padre, e a santa Caterina da Siena» (Regola, 10 g). La Vergine Maria, quindi, è offerta ai nostri laici domenicani come modello di vita domenicana, lei che come dice la S. Scrittura «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19) e che intercedeva spesso presso il Figlio (cfr. Gv 2, 1-11). Ed è proprio sull'esempio di Maria, vergine orante, che la Regola indica tra le fonti della vita del laico domenicano «l'ascolto della Parola di Dio e la lettura meditata della Sacra Scrittura» (Regola, 10 a).
Ma non è tutto. Uno dei più famosi metodi di contemplazione e di meditazione della Parola di Dio è senza dubbio il santo Rosario.
Il Rosario, è il caso di dirlo, è una preghiera genuinamente domenicana, grazie alla quale si medita sulla vita di Cristo accompagnati dalla preghiera litanica delle Ave Maria e dalla ripetizione dei Gloria al Padre e dei Padre Nostro. Non è un caso se la Regola stessa indica nel santo Rosario (cfr. Regola, 10 d) una delle fonti principale della spiritualità domenicana, invitando ogni laico domenicano a recitarlo quotidianamente, lasciando che la contemplazione della vita di Cristo contribuisca alla propria crescita e conversione interiore.Quanto detto finora riguarda essenzialmente ciò che dice la Regola dei laici domenicani, vale a dire quella regola di vita abbracciata da alcuni battezzati che sono «condotti dallo Spirito Santo a realizzare la propria vita secondo lo spirito e il carisma di san Domenico» (Regola, 2). Ma la vita non è fatta solo di regole. Sarebbe bello – ma purtroppo non ne abbiamo l'occasione – raccontare tutti quegli avvenimenti della vita di molti laici e laiche domenicane che hanno avuto come “protagonista” la Vergine. Maria infatti non è semplicemente un modello di vita, quasi fosse il personaggio di un racconto edificante, ma è la Madre di Dio assunta in Cielo in anima e corpo, viva e operante nella storia e nella vita di ogni uomo.
Sarebbero tanti i racconti di guarigioni interiori e piccoli/grandi miracoli avvenuti per intercessione di Maria, Regina dell'Ordine Domenicano, e ciò non solo a testimonianza dell'amore dei nostri laici per la Madre di Dio, ma anche – o forse soprattutto – del suo amore per ciascuno di loro. Maria, infatti, è per ogni laico domenicano non solo un modello di vita a cui guardare, ma sopratutto una presenza forte e materna che lo accompagna in questo pellegrinaggio terreno che ci condurrà, Dio piacendo, a contemplare la Santissima Trinità faccia a faccia insieme ai nostri fratelli e sorelle, per godere in eterno la gioia del Paradiso insieme a san Domenico e a tutti i santi del Cielo.
fr. Fabrizio Pietro M. Cambi, O.P.
Convento Santa Maria Novella, Firenze