Pasqua in attesa di un abbraccio sotto il sole
Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
E’ una delle frasi più forti del Victime pascali, l’antichissima Sequenza che abbiamo sentito il giorno di Pasqua. La vita e morte si sono affrontate e che forza e veemenza ha mostrato la morte in questa lotta. Molti di noi forse hanno potuto fermarsi anche solo per un attimo di fronte al crocifisso in questi giorni e particolarmente il venerdì santo. Forse ci ha abitato una strana sensazione di confusione.
Non abbiamo neanche potuto partecipare alle liturgie pasquali in chiesa. Le nostre televisioni e i nostri cellulari non hanno mai trasmesso così tante messe e momenti di preghiera come in questo periodo. Forse ci siamo ricordati di avere un crocifisso in casa, che è diventato, o può ancora diventare l’altare verso il quale rivolgere i nostri occhi, fra le nostre mura, ancora rinchiusi in casa, un po’ come i discepoli la mattina di Pasqua. Loro erano rinchiusi per paura, e anche per noi proprio la paura è diventata una costrizione. Solo Maria di Magdala esce al mattino presto quando è ancora buio (Gv 20,1).
Probabilmente anche lei condivide la paura dei discepoli di fare la stessa fine del maestro: essere uccisi. Ma nel duello tra la morte e la vita che combatte nel suo cuore vince la vita.
Vince il suo amore per il Maestro, ossia quel desiderio di prendersi ancora cura di quell’uomo che ha cambiato la sua vita, fosse anche solo per dare un po’ di dignità al suo corpo martoriato, umiliato, svergognato, crocifisso e sepolto. Forse ha voglia semplicemente di piangere, proprio come facciamo noi quando abbiamo bisogno di sfogare il nostro dolore da soli, quando abbiamo bisogno di combattere col nostro dolore. Maria esce al buio e trova che la pietra del sepolcro era stata tolta. Ed è un nuovo duello con la sua tristezza. “Hanno portato via il Signore, non sappiamo dove l’hanno posto”.
Non bastava quello che hanno fatto. Perché un accanimento così violento? E allora Maria di Magdala corre da Pietro e da Giovanni che sono rimasti insieme. Sembra di sentire nella bocca di Pietro un altro passaggio del Victime pascali: Raccontaci Maria cosa hai visto nella via? E Pietro, in lotta anche lui, ascolta. Lo fa mentre fa i conti col suo tradimento, e forse si incrocia con gli occhi della Madre del Signore che ai piedi della croce era stata affidata a Giovanni che la prese con se. Ascolta anche Giovanni, il discepolo che Gesù amava (Gv 13,23), forse ancora attonito per aver visto dal basso quel suo Maestro innalzato sulla Croce chiedere da bere e consegnare lo spirito al Padre (Gv 19,28-30). L’ha visto morire. E dopo la morte il silenzio e il buio. Hanno portato via il Signore! (Gv 20,2).Pietro e Giovanni escono e corrono! Dimenticano la loro paura. Giovanni è più giovane e corre più veloce, ma aspetta Pietro e lo lascia entrare nel sepolcro per primo. Videro i teli posati là, e il sudario avvolto in un luogo a parte. Videro e credettero! Giovanni stesso confessa nel suo Vangelo che non avevano ancora compreso la Scrittura, e cioè che egli doveva risorgere dai morti. Nel duello tra vita e morte, la vita ora sembra guadagnare terreno!
Il passo del Vangelo del giorno di Pasqua si conclude così: Videro e credettero perché sino a quel momento non avevano compreso le scritture e cioè che Egli doveva risorgere da morte. E che fare adesso? Ora che inizia l’avventura pasquale?
Nel cuore delle nostre lotte, noi traballanti nel credere alla Scritture, ancora nella settimana in cui celebriamo la Risurrezione del Signore la domanda è proprio questa: che fare adesso? E’ come se anche noi avessimo visto la tomba vuota, i teli piegati … ma siamo ancora in attesa! E ora? Cosa succede ora?
Nella fede crediamo che nel duello tra la morte e la vita quest’ultima ha vinto. Ma questa tomba vuota, questi teli ripiegati, questa verità di fede del nostro Signore che Risorge, può realmente cambiare qualcosa alle mie giornate, soprattutto a queste nostre ore rinchiusi in casa, come i discepoli nel cenacolo? Oso e voglio rispondere: SI!
La risurrezione del Signore può e deve cambiare le nostre giornate. In questi giorni che ci preparavano a Pasqua abbiamo probabilmente avvertito tutto il peso e la profondità dell’attesa della Pasqua in una quaresima certamente diversa da tutte le altre. Nelle nostre case abbiamo, avendo l’opportunità di condividere tanto tempo insieme abbiamo guadagnato l’opportunità di scoprirci e riscoprirci; forse ci siamo scontrati e ritrovati.
Con la Pasqua, con la Risurrezione del Signore ora dobbiamo fare il passo di imparare ad accoglierci come il Signore ci accoglie per vedere l’uno negli occhi degli altri un uomo o una donna talmente amati dal Signore che per ognuno di noi Lui è morto ed è Risorto. La Risurrezione di Cristo dice ad ognuno di noi quanto siamo preziosi ai suoi occhi.
Vede tutte le nostre fragilità, i nostri tradimenti, i nostri allontanamenti da Lui, le maschere che abbiamo posato sul nostro volto per sfilare nel mondo della frenesia e abbraccia tutto questo, lo perdona e continua ad amarci e a dimostrarci il suo amore incondizionato risorgendo per ognuno noi e risorgendoci a vita nuova.
Ci vede, adesso, e ancora all’interno delle nostre case sta con noi e ci invita ad imitare la sua vittoria pasquale. Proprio come nelle prime apparizioni pasquali in cui visitò gli apostoli andando nei luoghi in cui si erano rifugiati viene nelle nostre case e ci invita a ritrovare la nostra dignità di persone buone, chiedendoci di risorgere ad una vita con più pazienza, con più donazione, con più generosità, con più spirito di sacrificio, con più perdono, con più accoglienza, con più amore! Questa sono le vere armi che vincono ogni morte, perché la morte non potrà mai distruggere l’eternità della bontà! Ce lo testimoniano i santi che non li percepiamo come morti, ma come eternamente abitati da una vita risorta e piena di amore. Ecco cosa diventano le nostre case quando permettiamo al Signore Risorto di abitare con noi: santuari di bontà e di amore che ci aiutano ad accoglierci gli uni gli altri percependoci con una preziosità che somiglia a quella che il Signore stesso vede in ognuno di noi. Abbiamo ora l'occasione di chiedere a Cristo risorto il dono di risorgere veramente ad una vita nuova con lui! Non ci sono mura, o paure, o restrizioni che potranno impedirci di vivere con la gioia pasquale, anche chiusi nelle nostre case, se solo guardandoci negli occhi gli uni gli altri, e stando vicini come possiamo a chi vive nella solitudine, nell’abbandono, nella guerra, senza casa, iniziamo ad accoglierci con quello stesso sguardo carico di amore che il Cristo Risorto ha verso di noi. Inizieremo allora a vivere, ovunque e in qualunque situazione ci troviamo, con la pace e la gioia pasquali nel cuore.
Morte e vita si sono affrontate in un prodigiosi duello. Il Signore della vita ora trionfa.
Trionfa su ciò che imbratta la mia bellezza, trionfa su quello che ferisce il mio amore, trionfa portando vita e vitalità alla nostra fede. Lo fa anche in queste nostre giornate in cui attendiamo di poterci dimostrare, con uno sguardo che somiglia a quello di Cristo Risorto, e magari in un abbraccio sotto il sole, quanto preziosi e importanti siamo gli uni per gli altri perché nessuno si salva da solo. Con questa gioia pasquale e questa speranza inizia già da ora, nelle nostre vite, il trionfo di una vita con più amore gli uni per gli altri.
fr. Gian Matteo Serra, O.P.
Convento Santa Maria Novella, Firenze