Maria: Giovane donna del Silenzio
Nell'attuale frangente tecnotronico e postmoderno, si e’ raggiunta una certa convinzione che la parola non può essere l’unica “domina” dello spazio comunicativo della persona l fronte di una storia e un pensiero comunicativo globale e globalizzante, inflazionato da parole, spesso senza un senso definito e con chiari accenti di sproloquio. Una nuova valorizzazione del Silenzio si rende necessaria quasi a volersi opporre al potere di una parola, di un parlare, proposti come forma di potere e di controllo (Historia docet).
Diverse sono le forme di silenzio e il senso che gli si dà: interiore ed esteriore, sapienziale, o mistico, di stupore, di rabbia,, noia, paura. Il sapienziale è rinuncia alla parola per rispetto del totalmente altro, il mistico è unirsi alla divinità. Interessante la distinzione tra silenzio come mancanza di parola: tacere, aspetto negativo e come comunicazione con una realtà diversa dalla parola: silere, aspetto positivo. Nel versante spirituale diremo che tacere è fermarsi davanti alla realtà divina e silere è la partecipazione nella vita dell’Assoluto. Maria è la donna del silere, la giovane del silenzio sapienziale: mistero e stupore davanti al mistero di Dio. Maria è come la luna, silente e recettiva della luce del radiante Sole di giustizia e pace: Gesù il Cristo, il Signore. Questa assenza di parole non la aliena dalla sua identità: la Vergine Santa possiede la densità umana e spirituale necessaria per ricevere, riflettere e regalare la presenza del Figlio Gesù.
Il suo silenzio non è passivo, né assente, bensì caratterizzato da due dimensioni fondamentali: accoglienza o recettività, e espressività partecipativa.
Il silenzio espressivo si relaziona con le manifestazioni più sensibili ed ad extra della persona, bilanciandoo parola e corpo; mentre il silenzio recettivo si aplica all’ambito della mente: pensare, immaginare, memorizzare,e del cuore (ordine ed equilibrio dei sentimenti e delle passioni). Maria silente è la ragazza dell’attento e riverente ascolto nel momento dell’Annuncio (Lc 1,26-28): è grazie a quell’ atmosfera di quiete e di mistero che Ella accoglie la Buona Notizia portata dall’angelo: Maria cerca di comprendere e accogliere tutto quello che a prima vista è stupore e meraviglia (Lc1,29). Ella riconosce altresì il bisogno di ricevere una luce per comprendere (Lc 1,34), non rifiutando, o polemizando con l’ineffabile. Finalmente la risposta di Maria non si fa aspettare, il sì di Maria che sorge dal silenzio: è il dono del proprio essere e del proprio operare. La futura Madre di Dio si definisce come la Serva del Signore con totale disponibilità al progetto divino (Lc 1, 38).Il Silenzio di Maria nell’accogliere è evidente in queste scene evangeliche: lei parla con discrezione, meditando e amando quello che pensa e quello che dice. Maria è anche la “silente che parla”; dopo aver accolto la Parola Eterna nel suo grembo può donarla in forma singolare e privilegiata agli altri:alla cugina Elisabetta(Lc 1,39), ai pastori di Betlemme (Lc 2,16ss),ai Magi ( Mt 2,10), a Simeone e Anna (Lc 2,33). Allo stesso modo nell’episodio di Maria che accompagna la Passione e la Morte del figlio di Gesù, ella ai piedi della croce ascolta il testamento del figlio e accetta quella volontà di Dio, terribile per una madre (Gv19,25ss). Incarnare lo stile di Maria significa mettersi alla scuola di questo sublime modello di santità, di grazia, dolcezza e silenzio e poterne ricavare chiari e significativi esempi di umiltà, di apertura al mistero e al disegno di luce e pace, di provvidenza che Dio a su ciascuno di noi.
Il silenzio di Maria sia anche il nostro essere silenti: entrare nel mistro di Dio, comunicare a questo mistero e poterlo diffondere come predicatori e come domenicani.
fr. Giorgio Pittalis, O.P.
missionario della nostra Provincia