Secondo la Tradizione Cattolica, i mesi di Maggio e di Ottobre sono dedicati in modo particolare a Maria, Madre di Dio e madre nostra. Come mai, noi cattolici, abbiamo sempre avuto questa devozione così forte e tenera verso di Lei?
Ascoltiamo questa bella affermazione di San Paolo VI nella sua Esortazione Apostolica "Marialis Cultus" per rispondere più adeguatamente a questa domanda: "Lo sviluppo, da noi auspicato, della devozione verso la Vergine Maria, inserita nell'alveo dell'unico culto che a buon diritto è chiamato cristiano - perché da Cristo trae origine ed efficacia, in Cristo trova compiuta espressione e per mezzo di Cristo nello Spirito, conduce al Padre - è elemento qualificante della genuina pietà della Chiesa.Per intima necessità, infatti, essa rispecchia nella prassi cultuale il piano redentivo di Dio, per cui al posto singolare, che in esso ha avuto Maria, corrisponde un culto singolare per Lei; come pure, ad ogni sviluppo autentico del culto cristiano consegue necessariamente un corretto incremento della venerazione alla Madre del Signore. Del resto, "la storia della pietà dimostra come le varie forme di devozione verso la Madre di Dio, che la Chiesa ha approvato entro i limiti della sana e ortodossa dottrina", si sviluppino in armonica subordinazione al culto che si presta a Cristo e intorno ad esso gravitino come a loro naturale e necessario punto di riferimento". Esaminiamo ora che cosa vogliamo dire con la parola "devozione".
La Chiesa usa due termini latini per distinguere la devozione che rendiamo a Maria e quella che rendiamo soltanto a Dio. Questi termini sono "dulia" e "latria". Latria significa, essenzialmente, adorazione. Secondo la nostra tradizione Cattolica, viene usato in riferimento al culto e all'omaggio che diamo a Dio e a Lui solamente. Quando adoriamo Dio, lo riconosciamo come una Divina Persona increata che possiede ogni perfezione. Diamo ciò che a Lui solo è dovuto. Dulia significa qualcosa di molto diversa. Essenzialmente, dulia vuol dire amore e onore; cioè l'elogio della eccellenza posseduta da una persona umana creata. Noi facciamo questo tutti i giorni quando, per esempio, quando certe persone ricevono un riconoscimento esplicito per le loro capacità superiori nelle varie attività umane come lo sport, la musica o la ricerca scientifica. Ma, non ci viene mai di pensare che onorare, per esempio, un famoso atleta sia un'offesa a Dio o diminuisca l'adorazione che riserviamo per Dio. Ora, se è doveroso, come lo è, onorare coloro che eccellono nelle cose di questo mondo, per noi Cattolici è molto più doveroso onorare coloro che eccellono nelle cose spirito (per esempio, la loro fede in Dio, le opere di carità che compiono per il prossimo, la loro costanza nelle tribolazioni). Per questo motivo onoriamo i santi - gli uomini e le donne - che durante la vita terrena hanno superato gli altri nella santità della loro condotta. Onorare, però, queste persone non diminuisce certamente l'onore di Dio. Al contrario, quando onoriamo queste persone stiamo simultaneamente onorando Dio, l'unica Fonte di ogni santità, perché solo grazie al Suo amore e ai Suoi doni esse hanno potuto diventare santi.
Ora, se è cosa buona e giusta onorare quelli che hanno raggiunto una certa eccellenza spirituale, non lo è ancora di più onorare o venerare quella Donna che ha raggiunto durante la sua vita terrena il grado più alto possibile di eccellenza spirituale; Colei che Dio stesso scelse per essere la Madre del Suo Figlio nell'ordine naturale e la nostra nell'ordine soprannaturale?
fr. Alfred White, O.P. E, a motivo della sua santità pre-eminente, l'onore o il riconoscimento che tributiamo a Maria si chiama "iperdulia", il più grande genere di onore che può essere conferito ad una persona umana. Questa venerazione speciale, tuttavia, che diamo alla Santa Vergine non è per niente uguale a quella che rendiamo a Dio; è molto inferiore. Adoriamo Dio e Lui solo, e dal momento che Maria non è Dio, noi non la adoriamo. La Chiesa Cattolica proibisce severamente ed esplicitamente l'adorazione di Maria come se fosse un essere divino. Considerando, però, la sua divina maternità, i suoi singolari privilegi, e la sua perfetta collaborazione al piano salvifico di Dio per l'umanità, Ella merita più venerazione di qualsiasi creatura, uomo o angelo che sia. Ecco perché la Chiesa ha coniato il termine "iperdulia" per descrivere il tipo di onore che riceve da noi. Possiamo elencare tre motivi per i quali Maria merita un grado di devozione più alto di tutti gli altri santi e gli angeli.
In primo luogo, per la pienezza di grazia a lei concessa da Dio. Dal primissimo attimo del suo concepimento, Maria già possedeva quella pienezza di grazia o di vita soprannaturale che Dio intendeva originariamente concedere a tutto il genere umano. Soltanto lei, fin dal primo istante della sua vita terrena nel grembo di sua madre, fu liberata da ogni macchia del peccato originale. Nessun'altra persona umana, nemmeno i più grandi santi o le più grandi sante che la Chiesa onora specialmente nel calendario liturgico, ha avuto questo privilegio da parte di Dio. Tutti costoro, a differenza da Maria, sono venuti in questo mondo con una natura umana fortemente guastata dal peccato originale e tutte le sue spiacevoli coseguenze.
In secondo luogo, solo Maria ha avuto il privilegio di essere la Madre di Dio. Soltanto lei ha dato carne al Verbo fatto carne, Gesù, per la nostra salvezza. Lo ha portato per nove mesi nel suo grembo e durante la sua fanciullezza lo osservava mentre egli"cresceva in sapienza, statura, e favore presso Dio e gli uomini". Dal momento che era sempre nella Sua presenza, Maria aveva un'intimita talmente intensa ed intrinseca con Gesù che nessun'altra persona aveva o poteva avere o potrà avere, nemmeno San Giuseppe.
Finalmente, Maria merita più onore di tutti gli altri santi e di tutte le altre sante per la sua obbedienza. La risposta che la Santa Vergine diede all'arcangelo Gabriele, "sia fatto in me secondo la tua parola", non era una risposta di semplice cortesia. La ripeteva ogni giorno della sua vita terrena nel più profondo del suo cuore e la metteva in pratica in perfettissima obbedienza a Dio Padre. Rafforzata e accompagnata senza interruzione dalla sua pienezza di grazia, Maria è diventata il modello perfetto di tutte le virtù umane e cristiane per tutti i credenti di tutti i luoghi fino alla fine dei tempi. Lei ci mostra l'unica via che ci porta alla vera libertà, alla vera felicità, alla vera vita.
Pertanto, La Beata Vergine Maria merita da noi una devozione e venerazione al di sopra di tutte le creature umane e angeliche. Tale venerazione dovrebbe essere una parte normale nella vita di fede di ognuno di noi.
fr. Alfred White, O.P.
Convento S. Domenico, Siena