Il Mistero di una chiamata
Recentemente, ho avuto il grande privilegio di accompagnare una mia cara amica mentre si preparava ad entrare in un monastero benedettino. Come giovane frate, sono abituato a riflettere sul mistero della vocazione religiosa nel suo sviluppo a livello personale. Ora, ho avuto l’opportunità di guardare lo stesso mistero manifestarsi nella vita di un’altra, e questa ha ugualmente suscitato in me sentimenti di meraviglia e ammirazione davanti a quell'immenso dono di amore che è la vocazione.
San Tommaso d’Aquino, riflettendo sul mistero della salvezza e la misericordia divina nel suo commento al Vangelo di Matteo, scrive ad un certo punto: “Hic non est quaerenda causa”. Qui, non c’è da cercare una causa o un motivo, perché la causa è la stessa volontà ineffabile di Dio.1 Una frase tanto scioccante quanto impressionante, che ci deve far riflettere. San Tommaso d’Aquino, il più illustre teologo che il mondo ha conosciuto, alza le mani umilmente e si arrende: ci sono certe cose che non siamo capaci di capire. E, guardando la mia amica nel suo percorso, mentre ascoltavo le sue difficoltà e le sue speranze, queste stesse parole sono venute alla mia mente: “hic non est quaerenda causa”. Perché il mistero della vocazione, di questa chiamata di Dio, è precisamente questo: un mistero insondabile. Conoscendo questa amica, la potevo vedere in una grande varietà di forme di vita… Ma, la vita contemplativa? Non avrei mai pensato a questo!
Ma, non è questa la storia di tante persone attraverso i secoli? La Sacra Scrittura ci rivela che Dio chiama chi vuole, e non chi aspettiamo noi: dal Re Davide all'Apostolo Paolo, la Bibbia è piena di vocazioni inaspettate. 2 Senza questa voce creatrice di Dio, il mondo sarà nient’altro che niente. Ora, guarda te stesso: tu, non solo sei stato chiamato all’esistenza, ma sei stato chiamato a partecipare alla vita stessa di Dio, di condividere la sua gioia, nella contemplazione della sua bellezza in quel eterno faccia-a-faccia che si chiama il Paradiso. Come dice San Pietro, siamo ‘una stirpe eletta… chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa’.3
Davanti a quel grande miracolo della chiamata divina, possiamo soltanto guardare in stupore silenzioso, e renderci conto che tutti i nostri ragionamenti e riflessioni sono null’altro che paglia. In realtà, questo mistero è molto più grande e molto più ampio che noi pensiamo: è un miracolo che coinvolge ogni parte della nostra vita; anzi, tutta la nostra vita, tutta la nostra esistenza. Guarda intorno a te: Dalle molecole più piccole alle stelle più grandi, tutto ciò che vedi non ha motivo intrinseco di esistere. Tutta la creazione non è nient’altro che una chiamata dal non-esistenza all’esistenza, una chiamata che viene da Dio stesso di partecipare nella sua stessa esistenza, nel suo stesso essere. ‘Egli parlò, e tutto fu creato.’Tu non l’hai meritato.
Io non l’ho meritato.
Certamente, Dio non ha avuto bisogno di fare tutto questo.
E, quindi, perché?
“Hic non est quaerenda causa”: non è nient’altro che un libero dono di amore da parte di Dio. Nella sua Summa Theologiae, San Tommaso ci spiega che Dio ha creato ogni cosa non per necessità, né per qualche indigenza da parte sua, né per una causa a Lui estrinseca, ma per l’amore della sua bontà.4 Lui, nella sua infinita sapienza e bontà, ha scelto liberamente di creare ogni singolo cosa che tu vedi intorno a te. Ancora una volta, nella sua infinita sapienza e bontà, Dio ha scelto liberamente di creare te. E, creando te, Lui ha avuto un disegno per te, un progetto nato nella sua saggezza eterna; un progetto che ti può portare soltanto alla felicità inconcepibile dei santi.
Mio caro lettore, chiunque tu sia, e qualunque cosa tu faccia e qualunque cosa tu intenda fare nella vita: Dio ti ha creato nel mistero del suo amore incomprensibile. Che tu possa avere la gioia di scoprire ciò che Lui ha pianificato per te, e di vivere il mistero della tua vocazione, pregando insieme con San Tommaso: ‘O Dio misericordioso, ordina la mia vita a lode e gloria del tuo nome. Fa’ ch’io sappia quel che da me richiedi, e lo eseguisca come si conviene ed è espediente all’anima mia.’5
Alle tue preghiere affido la mia vocazione, e quella della ragazza che ha ispirato questo articolo. Siano lodati Gesù e Maria!
fr. Jean-Gabriel M. Pophillat, O.P.
Convento S. Maria sopra Minerva, Roma
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