Aurora della salvezza
La festa odierna della Natività della beata Vergine Maria, nasce in oriente a Gerusalemme nel secolo V come dedicazione di una chiesa dedicata alla Madre di Dio (Theotokos) e fu introdotta in occidente verso il secolo VII. La data dell’8 settembre fu scelta con ogni probabilità in relazione al ruolo della beata Vergine Maria nell’opera della Salvezza: essendo Ella l’aurora della Salvezza era opportuno festeggiarsi agli inizi dell’anno ecclesiastico (Bizantino).
Come ben sappiamo, in nessun testo canonico si parla della natività di Maria, i pochi testi che abbiamo a disposizione che parlano della natività vengono tuttalpiù dalla letteratura apocrifa che non solo è tardiva rispetto ai Vangeli canonici ma non ha un interesse teologico, ma fondamentalmente storicizzante: in questo caso, tali vangeli vanno a colmare quel vuoto lasciato dagli evangelisti.
I testi che ne parlano in particolare sono tre tra cui: il Proto vangelo di Giacomo (del sec. II), il Vangelo dello pseudo Matteo (del sec. IV) e il più tardivo, il libro della Natività di Maria (del sec. IX). La liturgia della festa odierna non si basa su questi racconti apocrifi, ma inquadra la Beata Vergine Maria in un orizzonte più grande ed eccellente, quello che più gli appartiene: inserisce la natività di Nostra Signora nel mistero del Figlio Redentore: «Celebriamo con gioia la Natività della beata Vergine Maria: da lei è sorto il sole di giustizia, Cristo, nostro Dio» (Ant. d’ingresso della Messa della Natività), «la maternità della Vergine ha segnato l'inizio della nostra salvezza» (Colletta) ed infine, nell’orazione dopo la Comunione, la liturgia Eucaristica termina con una bellissima definizione di Maria: «speranza e aurora di salvezza al mondo intero» (Orazione dopo la Comunione).
Nelle parti proprie della celebrazione anzi citate, come possiamo vedere, ricorrono in modo particolare due temi legati fra loro inscindibilmente, quello della luce e quello della Salvezza: Cristo è il sole della giustizia, Maria è l’aurora della Salvezza; Maria è appunto l’Aurora della Salvezza in quanto ha partorito il suo Figlio sole di Giustizia venuto nel mondo per la nostra salvezza.
In questa prospettiva liturgica, la Beata Vergine Maria viene presentata intimamente legata alla salvezza dell’uomo in quanto ha portato al mondo il Figlio di Dio, il nostro Salvatore. Da ciò detto, possiamo pertanto scorgere come seppur in modo subordinato al Figlio, già con l’averlo concepito e dato alla luce, Ella può essere definita “socia” del Figlio nella redenzione.Se nelle parti proprie della santa Messa la beata Vergine Maria viene presentata associata all’opera della redenzione in quanto ha dato alla luce il Cristo, le letture festive si concentrano sulla natività della nostra Salvezza: il nostro Salvatore Gesù Cristo. La prima lettura tratta dal profeta Michea annuncia la nascita del Messia il dominatore di Israele che pascerà il suo popolo con la forza del Signore e che il suo regno sarà un regno di pace, in quanto «Egli stesso sarà la pace» (Mi 5, 4b), mentre il Vangelo di san Matteo ci presenta la natività del Messia dopo aver presentato in modo teologico quella che è la sua discendenza.
Nel contemplare la Natività della beata Vergine Maria che nasce per portarci al godimento della gioia eterna, viene spontaneo concludere con una bellissima ode ai Santi genitori di Nostra Signora ed una preghiera: «Gioisci Gioachino, tu che sei stato il padre della Madre di Dio: fra i genitori terreni nessun altro è gradito a Dio come te. (…) Colonna animata di castità e ricettacolo luminoso, splendente di grazia, Anna sei apparsa gloriosamente benedetta, tu che in verità hai generato la vetta della Verginità, l’efflorescenza divina» (Lodi, stichere sui genitori di Maria). «O Maria, che nascendo hai versato la letizia negli angeli e nell’universo, versala anche nei nostri cuori: portaci con te alla fonte della vita»(B. Pio Alberto del Corona).
fr. Domenico M. Vendemmiati, O.P.
Convento S. Maria sopra Minerva, Roma