L’importanza di chiedersi il perché
Durante tutto l’anno sociale cerchiamo di attuare quel progetto meglio pensato per noi durante l’estate e non solo. Già! L’estate è arrivata! Ancora una volta iniziamo le nostre vacanze, per chi se le può permettere, facendo un piccolo o grande bilancio di ciò che abbiamo vissuto, realizzato o trascurato di fare. Dopo la sintesi del passato si impone la progettazione per il futuro. E nel tempo di maggior tranquillità, come il periodo estivo, impariamo a porci delle piccole e semplici domande senza ignorare la sincerità delle risposte.
Se le domande nascono dal cuore di ognuno le risposte migliori ci raggiungono nel dialogo con una persona amica, con noi stessi o ancora meglio nella conversazione con la Parola di Dio, viva ed efficace. Prima di tutto è necessario per tutti avere chiara la memoria del passato, poiché questa ci può aiutare a progettare il futuro con speranza, anche quando ci sembra di cedere il passo alla stanchezza e allo scoraggiamento, l’importante è rimanere presenti a noi stessi nell’oggi che viviamo.
Leggiamo nel romanzo, Alice nel paese delle meraviglie, che a un certo punto la protagonista si trova di fronte ad un bivio sulla strada che stava percorrendo e vedendo lo Stregato sull’albero le chiese: "Che strada devo prendere?" chiese. La risposta fu una domanda: "Dove vuoi andare?” "Non lo so", rispose Alice. “Allora, - disse lo Stregatto - non ha importanza”.
Non aver paura di fare domande è indice di umiltà e intelligenza ma è anche un diritto a ricevere le risposte.
A tal proposito si può dire che, non amano la giustizia coloro che alle nostre domande non vogliono rispondere. Poiché nella relazione si arriva a sapere il perché e ciò facilità il vivere bene e sopratutto ci aiuta a non sopportare con spirito remissivo il come. Certamente se non capiamo il perché e il dove andiamo, allora qualsiasi come e qualsiasi strada è buona. Lo stesso può succedere quando il perché e il dove diventano confusi, è decisamente più difficile restare fermi agli impegni presi e si rischia così di viaggiare senza una meta. Socrate definiva chi viveva senza una meta come uno che conduce “una vita non esaminata”.Noi da dove partiamo? Quale è il nostro perché? Nel fare queste domande è bene alzare lo sguardo, aprire l’occhio dell’intelletto, come dice santa Caterina, per cogliere il principale ed essenziale il Perché-Dio! Eviteremmo così di ingannare noi stessi e gli altri facendo capire loro il nostro perché senza l’inutile pudore. La consapevolezza del fatto che siamo esseri in relazione con Lui e tra di noi ci aiuta a trovare le risposte al perché, sul dove e come andiamo.
Anisoara Tatar
laica O.P.