La prudenza di ogni discepolo
Oggi Gesù ci indica un’altra condizione essenziale del discepolato. Diventare discepoli significa porsi all’ascolto della Parola di Dio. Significa appunto disciplinarsi nell’ascolto di essa. In effetti discepolo è vocabolo che ha radice latina da cui anche viene il termine disciplina.
Quindi mentre lo scriba, ci dice il Signore, era colui che riportava la dettatura parola per parola di ciò che diceva il padrone, il discepolo ha un’altra natura. Essendosi disciplinato nell’ascolto, il discepolo è colui non solo esegue in maniera passiva i dettami e le volontà del padrone, ma vi partecipa attivamente con la propria libertà. Questo è certamente un grande insegnamento da non scordare mai!
Essere liberi per dedicarsi alla volontà del Signore, implica allora innanzitutto un discernimento. In effetti, se pensiamo a quello che il sapiente biblico per eccellenza, Salomone, chiede a Dio in 1 Re 3,12 è proprio un cuore docile. E Dio gli concede proprio un cuore saggio e intelligente. Un cuore appunto in grado di discernere.
L’arte del discernere è la capacità di fare una cernita fra cose nuove e cose vecchie, le cose più antiche (il testo latino recita nova et vetera).Credo che queste cose nuove e cose vecchie possano essere considerate come l’insieme dei doni che Dio stesso ci ha voluto donare: i doni più “antichi” sono le grazie sacramentali, che ogni giorno noi dobbiamo riscoprire. Le grazie sacramentali del Battesimo e della Cresima, con le quali abbiamo iniziato e confermato il nostro cammino di fede, quelle dell’Eucarestia, con cui possiamo incontrarLo ogni giorno e immergerci in Lui, la Penitenza e l’Unzione degli Infermi, per rialzarci dalle nostre cadute. Infine quelle grazie con le quali noi a nostra volta possiamo donarci agli altri, nel Matrimonio e nell’Ordine. Questi sono i doni alla base della nostra vita di discepolato. Ma ci sono anche i doni “nuovi”, ad esempio la scoperta quotidiana di persone, amicizie, eventi con cui Dio ci vuole comunicare qualcosa e aiutarci e con essi ci rinnova all’ascolto. Questi doni nuovi infine possono anche essere talenti che scopriamo di avere e di mettere in pratica. Non dimentichiamo mai allora la capacità di discernimento per essere santi discepoli.
fr. Gabriele Giordano M. Scardocci, O.P.
Convento S. Maria sopra Minerva, Roma
Dal vangelo secondo Matteo 13, 44 Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. 45 Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46 trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. 51 Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52 Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».