La penitenza secondo i Padri del deserto
E’ noto a tutti che il monachesimo iniziò con i Padri del deserto in Egitto. Siamo in Quaresima e i Padri del deserto ci aiutano a comprendere di più il fine della penitenza che in linea con l’insegnamento di Gesù nel vangelo deve essere prima di tutto una conversione o un riavvicinamento a Dio e al prossimo.
Ad essi guardarono sempre la futura generazione di monaci e non solo. Per esempio il B. Raimondo da Capua nella “Vita di S Caterina da Siena” scrive che Caterina da bambina voleva diventare una eremita. Si immagina ancora i Padri del deserto come coloro che facevano ogni genere di penitenza e che passavano la vita a combattere e a scacciare demoni. Se ciò si può dire del primo ascetismo, certamente non è vero per il monachesimo egiziano a cui fa capo S. Antonio. Per i monaci dell’Egitto le forme di penitenza e in particolare il digiuno sono subordinate a valori più fondamentali quali l’umiltà e la carità fraterna. Su queste due virtù ci sono alcuni detti che illustrano il loro insegnamento e il loro modo di vivere.
Sull’umiltà c’è il seguente detto di abbà Antonio,” Vidi tutte le trappole che il nemico mette nel mondo e io dissi gemendo,’ cosa può superare queste trappole ? ‘ Sentii allora una voce che mi diceva, ‘ L’umiltà’.” Tra le grandi ascete del deserto abbiamo Teodora. Essa disse che né l’ascetismo, né le veglie né qualsiasi genere di pratica penitenziale possono salvare, solo l’umiltà lo può. C’era un anacoreta che riusciva a scacciare i demoni; egli chiese loro, “Cosa vi fa andar via? E’ il digiuno? “ Risposero,” Noi non mangiamo né beviamo.” “ Sono le veglie? “ Risposero,” Noi non dormiamo.” “ E’ la separazione dal mondo? “ “ Noi viviamo nei deserti.” “ Quale potere allora vi manda via?” Dissero,” niente ci può sopraffare, ma solo l’umiltà”. “ Vedete come l’umiltà è vittoriosa sui demoni”.
Sull’umiltà abbiamo un bel detto di Macario. Fu uno dei pionieri del monastero di Scete e subì l’influsso di S. Antonio che visitò almeno due volte. Si racconta che un giorno abbà Macario quando stava tornando dalla palude portando delle foglie di palma, incontrò sulla strada il diavolo con una falce. Questo lo colpì a più non posso, ma invano, e gli disse,” Qual è il tuo potere, Macario, che mi rende impotente contro di te? Tutto ciò che tu fai, lo faccio anch’io; tu digiuni, io digiuno; tu fai la veglia, io non dormo affatto; mi batti solo in una cosa.” Abba Macario chiese cos’era. Disse, “ La tua umiltà. A motivo di questa non posso far niente contro di te”.
Passando, poi, alla carità si racconta che un cacciatore nel deserto vide Antonio che si divertiva con i fratelli e rimase scandalizzato. Volendo dimostrargli che è necessario a volte venire incontro ai bisogni dei fratelli, il vecchio gli disse,”Poni una freccia nel tuo arco e tirala.” Così egli fece. Allora il vecchio disse, “ tira un’altra”, e lo fece. Allora il vecchio disse,” Tira ancora un’altra,” e il cacciatore rispose,” Se piego troppo l’arco lo spezzo.” Allora il vecchio gli disse, “ E’ la stessa cosa con il lavoro di Dio. Se pieghiamo i fratelli oltre misura si spezzeranno. A volte è necessario scendere giù per venire incontro ai loro bisogni.” Quando sentì queste parole fu preso dal pentimento e, grandemente edificato dal vecchio, se ne andò. Quanto ai fratelli, essi se ne andarono a casa fortificati.
Voglio concludere con un detto di abbà Mosè. Una volta un ordine fu dato nel monastero di Scete, “ Digiunate questa settimana. ”Ora avvenne che alcuni fratelli vennero dall’Egitto per visitare abba Mosè ed egli cucinò qualcosa per loro. Vedendo il fumo, i vicini dissero ai ministri, “Guardate, Mosè ha rotto il comandamento e ha cucinato qualcosa nella sua cella.” I ministri dissero, “Quando viene gli parleremo noi stessi.” Quando venne il sabato, dal momento che conoscevano il modo rimarchevole della sua vita, i ministri gli dissero davanti a tutti, “ Abbà Mosè, tu non hai mantenuto il comandamento degli uomini, ma fu perché tu potessi mantenere il comandamento di Dio.”
fr. Giovanni Palma, O.P.
Convento di San Domenico, Perugia