La preghiera per la Repubblica Democratica del Congo durante il mese della pace
Nel periodo di Avvento e Natale 2018-19 la commissione Giustizia e Pace dell’Ordine domenicano ha invitato tutte le comunità e tutti i suoi membri ad un mese di preghiera per la pace. Nel suo entrare nella storia umana Gesù, il Verbo fatto carne, si è reso solidale con tutti gli esclusi, i sofferenti e i perseguitati.
L’anno scorso era stata proposto il ricordo della situazione della Colombia. Quest’anno è stato suggerito di pregare in particolare per la popolazione della Repubblica Democratica del Congo, un Paese segnato dallo sfruttamento che impoverisce la popolazione e dove moltissime persone sono costrette a fuggire dalle loro terre e dalle loro case a causa di violenza e conflitti.
Con una superficie di più di due milioni di chilometri quadrati, quattro volte la Francia, la Repubblica Democratica del Congo è sfortunatamente caratterizzata da un’economia caratterizzata dallo sfruttamento delle risorse minerarie da parte di multinazionali, da una profonda crisi politica e da massicce e sistematiche violazioni dei diritti umani. Nel Paese è presente un alto tasso di disoccupazione, sfruttamento illegale delle risorse e specialmente conflitti armati. In particolare in alcune province i conflitti hanno causato migliaia di vittime. Anche i bambini in numero considerevole sono reclutati e impiegati ogni anno dai gruppi armati. Le violenze nel paese hanno provocato il più grande spostamento interno di persone nel mondo. Più di 4 milioni di persone sono i rifugiati interni: una delle più gravi crisi umanitarie internazionali. La popolazione della Repubblica Democratica del Congo nella condizione di rifugiati è per tre quarti composta da donne e bambini. Alcune aree del Paese sono particolarmente afflitte dall’attività di gruppi armati. I conflitti sono causati da lotte tra etnie diverse, tensioni con i paesi confinanti, traffico illegale di minerali e in particolare da crisi politiche per l’estensione del mandato del presidente in carica, dal posporsi delle elezioni e dalla chiusura degli spazi di libera espressione.
Recentemente il 30 dicembre 2018, dopo vari rinvii, si sono tenute elezioni che hanno portato alla proclamazione di un nuovo presidente Felix Tshisekedi, candidato dell’opposizione al presidente Joseph Kabila in carica dal 2001. Ma secondo i rappresentanti di Francia, Belgio e Conferenza episcopale congolese, che hanno monitorato il processo di voto, i risultati delle presidenziali pubblicati non corrispondono a quelli dei suoi osservatori. La vittoria elettorale sarebbe del candidato Martin Fayulu, che ha chiesto un riconteggio manuale dei voti. Attualmente la situazione è segnata da incertezza, disordini e tensioni.Alcuni membri della famiglia Domenicana sono coinvolti a fianco dei più vulnerabili e svantaggiati per accompagnarli nella promozione dei diritti umani e nell’educazione civica e elettorale. Esiste anche un Osservatorio per lo Sfruttamento delle Risorse Naturali e gli Investimenti nell’Uélé Basin per aiutare i lavoratori e promuovere la giustizia sociale.
Denis Mukwege, specialista in ginecologia e ostetricia in Congo dove ha fondato a Bukavu un ospedale sin dal 1998, premio Nobel 2018 per la sua attività di cura delle donne stuprate, ha denunciato recentemente la situazione catastrofica della regione, invitando a non chiudere gli occhi davanti ad una situazione di violenza senza precedenti: centinaia di migliaia di donne stuprate, oltre 4 milioni di sfollati e 6 milioni di morti.
Un modo concreto suggerito dall’Ordine per vivere il mese di preghiera per la Repubblica democratica del Congo è stato la predisposizione nelle nostre chiese di un labirinto, da percorrere in silenzio, pregando per la pace. Il labirinto è un segno che richiama al cammino, al silenzio, alla memoria di tante vittime e oppressi, alla preghiera, alla ricerca faticosa di vie per la pace. Così pure è stata lanciata la proposta di coinvolgere artisti per produrre opere d’arte in riferimento a questo mese di preghiera.
A Pistoia nella chiesa di san Domenico durante il mese della pace è stato predisposto un labirinto con la collaborazione dell’artista pistoiese Adriano Veldorale. Nell’occasione egli ha elaborato una sua composizione che richiama al mistero dell’incontro. Due tronchi di alberi si intrecciano: uno è costituito dal legno di un vecchio olivo, un altro è composto di ferro, materiale sovente utilizzato dall’artista nelle sue opere con l’utilizzo di piccoli triangoli saldati insieme. Al centro dell’intreccio di questi rami è posta una sfera che riflette il volto di coloro che vi si soffermano di fronte. L’opera è invito a riflettere sul venire incontro di Dio all’umanità ferita e sull’incontro possibile dei popoli nella riconciliazione e nella giustizia. Nel volto di Gesù che è nostra pace, colui che ha abbattuto i muri di separazione, siamo chiamati a scorgere, come in uno specchio, il volto più autentico dell’umanità e la chiamata ad aprire vie di incontro e cura per l’altro, coltivando la memoria e solidarietà con tante vittime dell’ingiustizia e della violenza. L’opera posta al punto di arrivo del percorso del labirinto si fa invito alla preghiera e ad operare scelte concrete di giustizia.
fr. Alessandro Cortesi, O.P.
Convento S. Domenico, Fiesole