DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

I santi desideri del cuore: meditazione su Lc 19,1-10

A questo brano Evangelico sembra fare eco un passo del Salmo 27: «Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo» . Possiamo dire a gran voce che Zaccheo viene esaudito al di là delle proprie aspettative: Zaccheo desiderava solo vedere chi era Gesù, voleva vedere il suo volto e si industriava data la sua piccolezza a salire su un albero di sicomoro perché da lì potesse vedere Gesù di cui aveva sentito parlare.

E il Signore si fa prossimo di Zaccheo, alza lo sguardo e lo invita a scendere perché in quello stesso giorno ha deciso di fermarsi a casa sua: non solo non gli nasconde il suo volto e non lo respinge con ira, addirittura decide di stare con lui a casa sua.

Il presente brano, come possiamo vedere, mostra come i santi desideri del nostro cuore se giovano alla nostra o alla altrui salvezza vengono grandemente esauditi, ma non solo, il presente brano ci presenta due aspetti inscindibili della nostra fede cristiana: se da un lato la salvezza non si ottiene per mero sforzo umano, dall’altro, possiamo vedere come essa è dono gratuito di Dio che implica però l’accettazione da parte dell’uomo: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia».

Al Signore che bussa alla porta del suo cuore, Zaccheo risponde aprendogliela. Dunque, possiamo dire che non fa tutto Dio, non fa tutto l’uomo, Dio e l’uomo non sono concorrenti, ma come insegna sant’Agostino: « Qui fecit te sine te, non te iustificat sine te – Chi ti ha creato senza di te, non ti renderà giusto senza di te» (Sant’Agostino, Discorso 169).domenico vendemmiati fr. Domenico Vendemmiati, O.P. L’incontro sincero e vero con il Signore Gesù trasforma Zaccheo. I verbi al presente non indicano tanto una condotta di Zaccheo avuta sino a quel momento, bensì la conversione radicale avvenuta in quel preciso istante: « Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».

Il Signore ogni giorno con la sua Parola, vuole incontrarci, vuole entrare nel nostra vita per illuminarla con la luce del suo Vangelo e renderla sempre più conforme alla sua. Non si deve avere paura di accettare e vivere questo incontro e a viverlo intensamente. Neppure il peccato deve essere di intralcio: l’amore di Dio non guarda il peccato ma il cuore contrito; il cuore contrito e pronto a ritornare in comunione con lui è ciò che più gli interessa ed è per tale ragione che anche se molti possono essere i peccati, un cuore contrito non lo disprezza: « Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo, infatti è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto».

Che Zaccheo ci sia di stimolo ed esempio a cercare il Signore con tutto il cuore e ad accogliere la sua Parola per lasciarci da essa trasformare interiormente.

fr. Domenico M. Vendemmiati, O.P.
Convento S. Maria sopra Minerva, Roma

 

Dal Vangelo secondo s. Luca (19, 1-10)

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

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