Generazione Z: osare l’inosabile
L’universo post-moderno con la generazione X (1965-1981), Y o Millennials (1982-1994); generazione Z, centennials o post-millennials (nati dal 1995 y fino al presente) si puo’ ancora chiedere se la religione, Dio, la Chiesa, e se vogliamo lo spirituale, il discorso sull’anima possano trovare, specialmente dai giovani di questa ultima generazione una recezione, l’accoglieza che nei decenni precedenti si dava.
Queste tematiche trovano spazio nei pensieri grazie a due eventi che avranno luogo da questo ottobre 2018 a gennaio 2019: il sínodo Sinodo dei Vescovi, che si svolgerà il prossimo autunno sul tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, e la XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà a Panama, Centro America, dal 22 al 27 gennaio 2019.
Se da una parte ci sono osservatori decisamente positivi che sottolineano come la generazione Z sia attratta dalla religione, dalla spiritualità, dagli elementi della tradizione (Joan Hope), non mancano segnali preoccupanti che spingono a dire che, al contrario gli adolescenti e i giovani post-millennials rappresentino i primi passi di un agnosticismo che inaugurerebbe un’ era che potremo chiamare post-cristiana. Per inciso diremo che ingredienti quali un pensiero relativista e della debolezza del conoscere sono abbondanti. Il fatto, poi, di essere praticanti della religione, del cammino di fede e della Chiesa, non sempre corrisponde ad una adesione serena e armonica, ma al contrario molto critica e spesso alla domanda “dove puoi incontare Dio?” otteniamo spesso la risposta: “non qui” (cioè: non nella Chiesa, non nella Tradizione o nel Credo).
Nei paesi europei questa ulteriore crisi potrebbe presentarsi come epocale. Uno studio sui giovani e il loro rapporto con la religione e la fede condotto dall’Institut Catholique di Parigi e dalla St. Mary’s University di Londra riportato dal The Guardian: Christianity as default is gone' the rise of a non-Christian Europe, (21 marzo 2018) presenta un panorama alquanto critico: si parla di una “religione moribonda” e di un cristianesimo in via di estinzione. Impressiona altresì il fatto che in piu’ della meta’ dei Paesi europei la maggioranza dei giovani non ha alcun legame religioso o ecclesiale.Questo default, si presenta con lo slogan: “nessuna religione”; tuttavia e’ ben presente una tendenza chiara e precisa come di un piccolo resto che nuota controcorrente. Potremmo dire, infatti: “pochi ma sicuri”; una gioventù che sicuramente grazie alla testimonianza della santità, della storia e della testimonianza di tanti cristani del presente e di quelli che verranno nel futuro, e a un approccio culturale, metodologico e linguistico diverso, unito a un nuovo protagonismo nuovo si ritrovi nei grandi temi della fede, dell’etica religiosa e cristiana.
Papa Francesco, la settimana scorsa ha parlato ai giovani spronandoli ad essere protagonisti del bene, ad essere giovani, pietre vive di una Chiesa dal volto giovane, ravvivato da dentro. Questo è lo stimolo e l’orizzonte di un nuovo inizio per i giovani, per la fede per la Chiesa! E immediatamente tu saprai che e’ tempo di iniziare qualcosa di nuovo e avere fede nella “magia” dell’ inizio (Maestro Eckart), o meglio il coraggio giovane di ritornare alla fonte della vita e della speranza che è Dio.
Dedicato ai giovani e giovanissimi perché si lasciano affascinare da Cristo e dalla Chiesa in questa epoca di krisis di stimoli, di sensibilità, di progetti, di solidarietà, di bene, e dalla perenne proposta paolina“spes contra spem”: osare l’inosabile.
fr. Giorgio Pittalis, O.P.