Riflessione sul tempo pasquale
Siamo nel tempo pasquale. Pasqua è un termine che in origine ha due significati. Vuol dire “passaggio” o movimento e “colpo”. Il mistero pasquale è l’esperienza della vita di ogni giorno. Constatiamo che vivere è cambiare e la teoria dell’evoluzione suggerisce che sopravvivono solo quelle specie che si adattano al loro ambiente e così facendo migliorano la qualità della specie. Ciò avviene anche in noi. Tutti sanno che dopo tanti anni c’è un ricambio completo in tutto il nostro corpo, altrimenti moriremmo. La stessa cosa si riscontra nella natura. Non a caso la Pasqua coincide con la primavera. Personalmente mi colpisce la metamorfosi di una farfalla. Miracolo della natura!
Prima che arrivi all’ultimo stadio la farfalla inizia la sua metamorfosi come bruco. Non ho mai visto tante belle farfalle e di tanti colori come nelle montagne pakistane dove per riprenderci dal troppo caldo passavamo le nostre vacanze.
Nella bella cappella ottagonale dell’istituto pastorale a Multan, che era stato affidato a noi domenicani, per Pasqua sulla parete davanti all’altare le suore domenicane raffigurarono su un grande pannello, usando diversi colori, non il Cristo risorto, ma un bruco in movimento. A suggerirlo era stato Chrys McVey, direttore dell’istituto e superiore dei domenicani. Il bruco in un secondo momento si trasformava in una multicolore farfalla, che danzando si alzava in volo verso l’alto. Attirò molto la mia attenzione e certamente anche quella degli altri e per me rappresentava meglio il mistero pasquale. A quel punto la mia mente andò al v.7 del salmo 22 che parla del giusto o Messia sofferente dove si legge, ”ma io sono un verme e non un uomo “.
La nostra vita non è molto diversa. In noi c’è sempre il desiderio di affermare noi stessi e di non essere controllati dagli altri o dagli eventi della vita. Vogliamo essere noi a gestire la nostra vita e a costruire attorno a noi un mondo secondo i nostri gusti. Così, più o meno noi tutti abbiamo paura dei cambiamenti che ci può riservare il futuro, in particolare una sofferenza che può essere causata da tanti fattori, come può essere una grave malattia, e che può mettere in serio pericolo il nostro stile di vita. Spesso questa paura si manifesta nel desiderio di affermarci e di controllare tutti gli eventi della nostra vita. In questa incapacità di gestire la nostra vita come vorremmo ci troviamo faccia a faccia con la morte o il mistero pasquale. Certe situazioni dolorose come può essere la perdita di una persona cara o una stancante assistenza a un parente anziano e malato ci immergono nel mistero pasquale che è lo stile di Dio per portarci attraverso un’esperienza dolorosa a una vita migliore e più perfetta. Molti, tuttavia, quando si trovano di fronte a tali esperienze tendono a isolarsi dalla vita. Si danno, allora, alla disperazione, ricorrendo all’uso della droga, dell’alcool e ad altri rimedi del genere che possono riempire la loro vita. La disperazione è il nemico numero uno del mistero pasquale. La virtù pasquale è la speranza. La speranza vede l’inevitabile sofferenza o una situazione dolorosa come l’involucro che ci lega al primo stadio della farfalla per poter essere trasformati in farfalla, segno di vera libertà e nuova vita. Da tener presente che qui si parla di sofferenza inevitabile.
Di fronte all’inevitabile che irrompe nella nostra vita, come è stato per Cristo, noi lasciamo che Dio Padre ci colpisca e trasformi la nostra vita in un qualcosa molto più bello e perfetto come avviene in una farfalla. Perché ciò si realizzi è necessaria la fede. Naturalmente, ciò non vuol dire che si accetti passivamente certi eventi dolorosi e inevitabili della vita. La speranza cristiana è un atteggiamento che ci permette di rendere presente tutto ciò che è stato promesso da Dio Padre e che si è già realizzato nel Cristo risorto.
fr. Giovanni Palma, O.P.
Convento di S. Domenico, Perugia