Dove sarà adesso questa famiglia?
Siamo lieti di offrire ai nostri lettori la testimonianza di Elisabetta Valgiusti, una donna che nonostante i rischi e i pericoli, ha scelto qualche mese fa di andare nelle martoriate terre di Siria ed Iraq per filmare quanto accade in Medio Oriente soprattutto ai nostri fratelli cristiani.
Il documentario di 1 ora da lei realizzato e riprodotto il 26 settembre nella Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati, mostra la grave situazione in cui si trovano i Cristiani della Siria e del Medio Oriente.
I rifugiati siriani fra Libano, Giordania, Iraq, descrivono il terrore e i pericoli che li hanno obbligati a fuggire e raccontano le violenze subite dalle milizie jidahiste. Nel documentario, l'estrema preoccupazione per il presente e il futuro della Cristianità è espressa dai Patriarchi e dai Vescovi Orientali le cui Chiese sono maggiormente coinvolte nella crisi siriana e irachena. La loro testimonianza fa da commento alle immagini di chiese e villaggi siriani distrutti dai diversi gruppi fondamentalisti.
Durante la proiezione del suddetto documentario erano presenti diversi frati domenicani del convento di S. Maria sopra Minerva, i quali le hanno poi chiesto di voler scrivere una sua testimonianza inerente i viaggi e le motivazioni che la spingono a rischiare così tanto per dare voce a chi non ne ha.
Testimonianza di Elisabetta Valgiusti:
Syria's Christian Exodus insieme a Catholic Aid to Syrian refugees sono due documentari che ho recentemente realizzato e fanno parte di una serie iniziata nel 2004 in Kosovo, continuata in Iraq, Siria, Giordania, Pakistan, India, Russia, Egitto, Armenia, Turchia. Per "Syria's Christian Exodus" mi sono ritrovata a fare dei percorsi analoghi a quelli che facevo nel 2007 e 2008 per realizzare "Iraq SOS profughi" per l'emergenza degli iracheni nei paesi limitrofi.
La scorsa primavera seguivo i rifugiati siriani in Iraq ma in quelle occasioni ho incontrato anche dei rifugiati di ritorno dalla Siria in Iraq. Per esempio ho avuto la l'opportunità di incontrare una famiglia irachena originaria di Mosul che erano stati rifugiati 8 anni in Siria. Erano appena ritornati in Iraq e sistemati a Qarakosh nella piana di Ninive. Mi chiedo : dove sarà adesso questa famiglia? Era maggio. Siamo a settembre. Questa famiglia è un esempio delle sofferenze della gente in quest'area che si stanno prolungando e stanno peggiorando al di là di ogni immaginazione. Le loro vite sono segnate dall'incertezza totale, la loro fede è messa a durissima prova.
In effetti, uno dei motivi per cui sono così affezionata ai Cristiani del Medio Oriente e specialmente a quelli di Ninive e di Aleppo, è il loro fervore religioso, le loro splendide liturgie, la loro fiducia nel Signore anche fra tante difficoltà e persecuzioni. Sono grata e fiera di averli conosciuti nelle loro case , di aver pregato con loro nelle loro chiese , di aver avuto la possibilità di conoscere la loro bellezza, la loro capacità di perfezione cristiana, il loro amore per il Signore . In questi tempi disastrosi per i Cristiani di Ninive , per i Cristiani della Siria, e per molti di loro in altri paesi, mi ripeto spesso la frase di S. Efrem,
"Accetta, nostro Re, la nostra offerta [...]
Pacifica le terre devastate,
edifica le chiese incendiate [...]
perché sia incoronato il Signore della pace.
Benedetto Colui che agì e che può agire!"
Questa frase appare sul sito appena ripubblicato della “Associazione Salvaimonasteri” www.savethemonasteries.org dove si trova anche l'appello per Ninive NINIVE LIBERA e quello per la Siria SAVE ALEPPO che si possono sottoscrivere direttamente online.
Elisabetta Valgiusti