Dio si serve della mediazione delle creature
Se consideriamo il dialogo tra l’Arcangelo Gabriele e nostra Signora la Vergine Maria, possiamo osservare come Dio agisce nella nostra vita: seppur rende idoneo l’uomo mediante la grazia a compiere l’ufficio che gli vuole affidare, lo lascia libero di accettare o meno la missione. Chiaro, il Signore mediante la sua grazia può influenzare la nostra volontà, la può cioè muovere a volere una data cosa, ma non la costringe.
Maria ha fede in Dio. Al progetto di Dio su di lei risponde in piena libertà: «Avvenga per me secondo la tua parola». Lei pronuncia la sua parola e riceve in sé una Parola più grande, quella Parola per mezzo del quale tutto è stato creato: il Figlio di Dio.
San Bernardo in una sua Omelia, descrive questo momento della storia con un enfasi che ben sottolinea la decisività e l’importanza di quest’ora scelta da Dio per salvare l’umanità: «Vergine Pia […] Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano. O Vergine, dà presto la risposta. Rispondi sollecitamente all’angelo, anzi, attraverso l’angelo, al Signore. Rispondi la tua parola e accogli la Parola divina, emetti la parola che passa e ricevi la Parola eterna» (San Bernardo, Omelia 4).
Il consenso di Maria, permette al Signore di iniziare l’opera della redenzione, permette una pioggia di grazia su tutta l’umanità e Maria viene in quel momento associata in modo mirabile all’opera del Redentore.Nell’opera della Salvezza, Dio si serve della mediazione delle creature: l’umanità santa di Gesù Cristo, l’Angelo, Maria. Anche noi, siamo chiamati a collaborare all’opera della Salvezza e questo in forza del Battesimo e della Cresima: siamo chiamati ad essere luce del mondo e sale della terra. Questo è possibile solo se come Maria ascoltiamo la sua Parola e diamo il nostro Fiat ad essa, vivendola, predicandola ogni giorno non solo con le parole, ma soprattutto con la coerenza della nostra vita Cristiana.
fr. Domenico Vendemmiati, O.P.
Convento S. Maria sopra Minerva
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1, 26-38)
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei.