DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Maria nel Mathnawi di Gialaluddin Rumi

Siamo nel tempo natalizio e in questo tempo il nostro sguardo è rivolto in particolare oltre che su Gesù anche su Maria per il grande ruolo che ha avuto per la nostra salvezza. Nel Magnificat Maria dice: ”D’ora in poi tutte le genti mi chiameranno beata”. Nell’Islam Maria è considerata la più grande delle donne. Nel Corano un’intera sura porta il titolo di Maria (s.19).

Inoltre si parla di Maria nel sufismo o mistica musulmana. Tra i mistici chi ne parla è Rumi, il grande poeta e sufi della letteratura persiana. Ha composto il Mathnawi, un poema mistico, che è una sorta di enciclopedia di tutto il pensiero mistico prodotto fino al 1270, ma anche una fonte inesauribile di racconti popolari, senza però essere un manuale di dogmatica mistica.

Tutto per lui rinvia a una verità più alta. Conta 26.000 versi. Questa sua opera non è altro che il Corano in versi e in lingua persiana. Con il Corano tale scritto era l’opera più letta in tutto il mondo soggetto all’influenza persiana. 

Il Mathnawi si presenta a rime baciate. Ogni emistichio (mezzo verso) rima col compagno, e ogni verso ha una nuova rima. Il masnawi è un genere letterario di poesia che i persiani hanno considerato molto diversa dalla lirica. Dato che la prosa persiana fu per molto tempo limitata agli annali e alla scienza, il masnawi nella più antica letteratura persiana corrisponde in qualche modo alla nostra narrativa. Nel Masnawi Rumi ci presenta l’Annunciazione. Naturalmente per gustare il testo in questione, come tutte le opere, bisognerebbe leggerlo nella sua lingua originale.

Ho tradotto il testo dall’originale, perché le traduzioni per quanto buone non sempre sono fedeli, soprattutto se si tratta di linguaggio mistico. Dal momento che Rumi passa a volte ad altro aneddoto, ho preferito lasciare il testo . Inoltre, per rendere il testo più chiaro ho aggiunto qualche parola tra parentesi. Ed ecco il testo sull’Annunciazione:

Prima che sia lasciato ciò che possiedi dì come Maria alla forma (delle cose create) - “prendo rifugio da essa con il Misericordioso”(Dio) 
Nella sua stanza Maria vide una forma che accresceva la vita – accresceva la vita ed estasiava il cuore.
Davanti a lei da sopra la terra – Quel fidato Spirito sorse come la luna e il sole.
Una bellezza senza velo si alzò dalla terra – così come sorge il sole dall’Oriente.
Un tremore avvenne sugli arti di Maria – perché non era vestita e temeva il male. (vv. 3700-3704)
Maria si trovò fuori dai suoi sensi e in questo essere fuori dai sensi – essa disse,” mi butterò con un salto nella protezione divina”.
Perché lei dal seno puro si era abituata - a portare tutta se stessa in volo verso l’Invisibile.
Poiché vide il mondo un regno non permanente – prudentemente essa fece una fortezza di quella (divina) Presenza.
In modo che al momento della morte fosse per essa una roccaforte – e non venisse il nemico sulla via del suo fin .
Essa non vide migliore fortezza della protezione della Verità (Dio) – scelse l’abitazione vicino a quel castello (vv.3706-3711) .
L’apparizione della (divina) Bontà gridò ad essa - ”sono il fidato (messaggero) della (divina) Presenza non aver paura di me .
Non voltarti dagli alti (favori) della (divina) Maestà – non ritirarti da tali buoni confidenti.
Stava dicendo questo quando uno stoppino (raggio) di pura luce – andava passo passo verso Simak (Arcturus) (vv.3768-3770)) .
La mia casa e luogo di abitazione è nella non esistenza – solo la forma esterna è davanti alla Signora (Maria) .
O Maria, guarda, sono una forma difficile ( da comprendere) – sono la nuova luna e fantasia nel cuore (vv.3772-3773) .
Sono la luce del Signore, come la vera alba – e niente diventa notte davanti al mio giorno .
Non gridare La hawal (= non c’è potere che in Dio), sono la figlia di ‘Imran – poiché sono sceso qui da La hawal .
La hawal era la mia origine e sostentamento – la luce di quel La hawal che era prima della parola parlata .
Tu prendi rifugio da me con la Verità – io sono nell’eternità l’immagine di (Colui che è il solo) rifugio Io sono quel rifugio che era la (sorgente) della tua salvezza – tu prendi rifugio ( da me ) e io stesso sono quel rifugio (3776-3780) .

La figura di Maria ancora oggi continua a esercitare un grande fascino nel mondo musulmano. Lo dimostra anche il fatto che viene dato abbastanza spesso il nome di Maria (Maryam) alle ragazze. Durante la mia permanenza in Iran fecero un bellissimo film su Maria, traendolo dal programma televisivo a puntate che aveva avuto un grande successo. Dopo aver visto il programma televisivo fu proprio una ragazza di nome Maryam, la figlia di una famiglia musulmana ch’io conoscevo, a suggerirmi di andarlo a vedere.

Artisti e poeti hanno voluto raffigurare o cantare in versi la grandezza di Maria. Riguardo agli artisti mi viene da pensare ai gesuiti, che appena arrivati in India nel 1580, fecero dono all’imperatore moghul Akbar due quadri, uno raffigurava il Salvatore del mondo e l’altro la sua madre, la Vergine Maria, una copia che si trova a Santa Maria Maggiore. A Akbar piacquero così tanto le immagini che, mostrando in particolare tutta la sua devozione a Maria, ordinò al suo pittore di farne delle copie. Chi va a visitare il museo di Lahore in Pakistan, poi, potrà vedere su un tappeto, che risale al tempo dei Moghul, una bellissima immagine di Maria con il bambino Gesù in braccio. Luigi Bressan, il futuro arcivescovo di Trento, quando era nunzio in Pakistan fece delle diapositive di questa immagine e in una sua presentazione a Lahore, commentandole, offrì un’interessante riflessione sull’arte e più in particolare sull’arte miniaturistica alla corte dei re Moghul. Dell’immagine di Maria sul tappeto furono fatte anche delle cartoline natalizie da mandare in occasione del Natale.

"L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva”
.

fr. Giovanni Palma, O.P.
Convento S. Domenico, Perugia

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