Rappresentazione iconografica ed esistenziale della Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria
I grandi eventi della storia della salvezza, celebrati e partecipati nella liturgia, vengono spesso rappresentati in modo iconografico. Il presepe mette davanti ai nostri occhi il mistero dell’Incarnazione nella sua concretezza storica. La Pasqua trova espressione visiva nei dipinti dell’ultima cena, in statue del Crocifisso e del Risorto. Come si potrebbe rappresentare la solennità dell’Immacolata Concezione?
“Dichiariamo, affermiamo e stabiliamo che è stata rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale;” (Pio IX, Ineffabilis Deus, 8 dic. 1854). Chi sono i protagonisti del “primo istante della concezione di Maria”? La Trinità intera e i genitori di Maria, che la tradizione venera con i nomi di Gioacchino ed Anna, i nonni di Gesù.
La solennità dell’Immacolata Concezione prima di tutto mette in evidenza la dignità immensa della concezione di una persona umana, che avviene nella collaborazione amorosa tra la Beata Trinità e i genitori. Di fatto, sono “genitori” coloro che generano insieme alla Trinità un nuovo essere umano. Che i genitori collaborano con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo alla creazione del proprio figlio purtroppo non fa parte della consapevolezza genitoriale cristiana. Questa solennità lo mette in evidenza. Anzi, se non si coglie questa immensa dignità ci sfugge la grandezza di questa solennità.
Molti cattolici pensano che questa festa celebri la concezione verginale di Gesù, complice il Vangelo della solennità! Può sembrare strano, ma il medioevo era più cosciente della centralità dell’azione dei genitori di Maria in questa festa. Giotto ci regala l’unica rappresentazione iconografica precisa della nostra Solennità. Nella cappella degli Scrovegni a Padova il bacio tra Gioacchino ed Anna vuole rappresentare il concepimento di Maria. Infatti, accanto ad Anna si possono intravedere due donne, una vestita di nero e l’altra di bianco festoso. Le due donne vogliono esprimere la tristezza di Anna per la sua sterilità e la sua gioia per il concepimento di Maria. Il bacio di Gioacchino e Anna indica esattamente il passaggio tra questi stati d’animo di Anna, vale a dire il concepimento di Maria attuato dal loro amplesso, l’azione storica, che la solennità dell’Immacolata Concezione di Maria celebra.
Lourdes si inserisce in modo potente in questa rivalutazione del contesto nuziale, nel quale avviene la concezione immacolata di Maria. Solo 4 anni dopo la solenne proclamazione di questo dogma, il 25 marzo 1858, alla domanda insistente di Bernadette alla “bella Signora”, ella sente questa risposta: “Que soy era Immaculada Councepciou”, straordinario esempio di una conferma soprannaturale di un dogma ecclesiale. Ma come mai Maria può dire “io sono l’Immacolata Concezione”? Sta dicendo che attualmente viene concepita?
L’esortazione apostolica Amoris laetita di papa Francesco e la scienza moderna ci aiutano a cogliere la finezza di questa espressione. “Il frutto di questa unione è “diventare un’unica carne”, sia nell’abbraccio fisico, sia nell’unione dei due cuori e della vita e, forse, nel figlio che nascerà dai due, il quale porterà in sé, unendole sia geneticamente sia spiritualmente, le due “carni” (Al 13). Papa Francesco indica il figlio come unione genetica e spirituale dei propri genitori. La scoperta del DNA, la centrale di comando di ognuna delle nostre cellule, da parte di Watson e Crick nel 1953, ci rivela di fatto, che la nostra identità genetica è nuziale: l’amplesso dei 23 geni paterni e dei 23 geni materni costituisce il nucleo di ognuno delle nostre cellule. Siamo, a livello genetico, l’unità dei nostri genitori miliardi di volte in questo momento, vale a dire ognuno di noi è il concepimento dei propri genitori in atto, espressione vivente del loro amore. Maria ora porta nel suo corpo glorioso l’unione genetica dei suoi geni genitoriali. E’ geneticamente il concepimento dei suoi genitori, è l’Immacolata Concezione.
In realtà non celebriamo la sua concezione, il suo concepimento in quanto tale ma perché è “immacolata”, vale a dire che nel momento della sua creazione a Maria non è stata trasmesso il peccato originale, l’inclinazione al male che tutti gli uomini hanno in comune. Il motivo? La passione, morte e risurrezione di Gesù, suo figlio. Maria vive in anticipo e in modo eminente, quanto a noi è regalato nel battesimo: che la Trinità ci abita togliendo qualsiasi stonatura tra lei e noi stessi. Maria è piena dello Spirito Santo dal primo momento della sua concezione in poi, perché il Verbo suo figlio è onnipresente a tutta la storia umana e perciò, come può agire in modo retroattivo sulla nostra vita, può anche anticipare eventi, che di per se dovrebbero avvenire nel nostro futuro.
Il dogma dell’Immacolata Concezione formalizza ciò a cui il Vangelo dell’infanzia di Luca allude. In questi due capitoli incontriamo persone piene dello Spirito Santo prima che Gesù fosse morto e risorto e avesse inviato lo Spirito dal Padre: Elisabetta, Zaccaria, il Giovanni prenatale, Simeone e naturalmente Maria. Poi in tutto il Vangelo nessuno sarà più pieno dello Spirito Santo. Luca fa vedere come Dio possa anticipare eventi futuri per diventarne prefigurazione e preparazione essendo lui onnipresente a tutto la storia umana. Lo scopo dell’evangelista potrebbe essere far vedere la grande qualità della vita nello Spirito per coinvolgere il lettore nella lettura del suo Vangelo e degli Atti degli Apostoli, per scoprire come si può arrivare a una tale bellezza di vita grazie alla Pasqua di Gesù. Qualcosa di simile ci vuole comunicare anche la solennità dell’Immacolata Concezione di Maria: la gioia intensa di essere creata dalla Trinità beata grazie ai nostri genitori e di essere abitati dalla stessa grande Trinità grazie alla Chiesa, alla Pasqua di Gesù e … all’Immacolata Concezione di Maria.
fr. Christian-M. Steiner, O.P.
Convento di S. Domenico, Cagliari