E io ti dico: tu sei Pietro
Nel Vangelo di domenica scorsa, (XXI del Tempo Ordinario) Gesù pone due domande che nella loro semplicità rimangono di un’estrema attualità: «la gente chi dice che io sia?» è la prima domanda. « E voi, chi dite che io sia? ».
Le riposte sono altrettanto attuali: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». E Pietro dice: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
Chissà quante volte nei discorsi con amici o parenti ci è capitato di sentire le opinioni più diverse nei confronti di Gesù. Molti non credenti lo presentano come un uomo buono, da imitare, che ha lasciato un messaggio che continua a parlare. Altri lo presentano come uno dei profeti, la religione islamica per esempio. Un grande profeta, ma pur sempre solo un profeta. La gente ha molte opinioni su Gesù. E voi, chi dite che io sia?
In tutto questo fiume di opinioni varie, sincere, ma forse un po’ troppo insufficienti, per noi, Gesù, chi è?
Magari rispondiamo il Figlio di Dio, o il nostro Dio, un po’ per abitudine, un po’ per fede sincera, un po’ per paura, un po' a causa di un sincero cammino di ricerca. Credo che Gesù è il figlio di Dio, credo che Gesù è Dio … ma questo come mi cambia?
La risposta di san Pietro non è una risposta di circostanza, è una risposta che crea responsabilità. San Pietro, vedendo quell’uomo che un giorno l’ha chiamato in riva al fiume e gli ha detto che l’avrebbe fatto pescatore di uomini riconosce quel Messia che il popolo di Israele aspettava da sempre. San Pietro, nell’affermare che Cristo è il Messia, afferma che tutto ciò che era la sua fede nel credere che Dio avrebbe mandato un liberatore, si era realizzata! Il Messia è davanti ai suoi occhi e lo afferma con convinzione.
Ormai non può tirarsi indietro. Di fronte a questa realtà non c’è più posto per l’indifferenza, ed ecco allora arrivare subito da Gesù un grosso incarico di responsabilità : tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. Quando Dio ci dà la grazia della fede, anche fragile, allo stesso tempo ci chiede di essere suoi collaboratori.
Pietro prende sul serio l’incarico e le parole di Gesù. Non significa che sarà subito santo. Nei Vangeli si parla spesso delle debolezze e degli errori di Pietro sino al tradimento, più di qualunque altro personaggio. Eppure tutta la Chiesa è edificata su di lui, ha lui come guida, e come guida arriverà sino al martirio!
Gli altri apostoli, Paolo in primis, lo aiuteranno a capire meglio il disegno di Dio per il mondo, a guidare il suo gregge come un buon pastore e come il Buon Pastore, ad accogliere tutti portando l’annuncio di Gesù senza più confini di popoli o razza.
Gesù ha voluto che la sua Chiesa avesse un pastore che la guidi, un capo che discerna ciò che deve essere legato e ciò che deve essere sciolto. Gesù ha promesso che questo capo sarebbe stato assistito dallo Spirito perché non porti le tenebre nella sua Chiesa. Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli, dirà Gesù a Pietro (Lc 22,32). Il vero capo rimane sempre Cristo, ma Pietro e i suoi successori, grazie all’assistenza di Cristo attraverso lo Spirito Santo, ne fanno le veci nel nostro cammino sulla terra. Santa Caterina da Siena, per sottolinearne la grandezza della vocazione della cattedra petrina, chiamava il papa, il successore di Pietro, il dolce Cristo in terra. Immaginiamoci come un popolo in cammino verso Dio Padre: il successore di Pietro, il vicario di Cristo, il vescovo di Roma, assistito dallo Spirito Santo ci aiuta a non sbagliare strada, ci incoraggia, ci sostiene, ci rialza, ci guida e ci corregge !
Essere fedeli e docili alla guida del successore di Pietro significa avere fiducia nella fiducia che Dio ripone nel successore di Pietro. I discepoli, al tempo di san Pietro, forse si saranno chiesti perché proprio Pietro doveva essere il capo. Ma non si sono mai fatti costruttori di divisione. Cristo ha indicato Pietro, e questo è accolto come tale. Se Cristo ha scelto Pietro, e se Cristo ha scelto quel successore di Pietro attraverso i misteri e le miserie delle nostre umanità ci sarà un motivo di sapienza che ci sorpassa, e che in ogni caso è più grande di tutte le nostre pretese di comprensione. Dovremmo ogni tanto riconoscere ed accettare che Cristo ne sa un po’ più di noi, e anche in ciò che pensiamo essere un male, le potenze degli inferi non prevarranno mai!
Spesso si sente esclamare tra noi cristiani : io credo in Dio ma non nella Chiesa, tra l’altro identificando in modo errato la Chiesa con la gerarchia, quando invece la Chiesa siamo tutti noi. Dire che credo in Dio e non nella Chiesa è un po’ come essere stati presenti nel brano evangelico di oggi e dopo l’incarico che Gesù affida a Pietro gli avessimo risposto : O caro Gesù, questo no. Io credo in te, ma che tu incarichi Pietro questo proprio non mi va giù. E’ un povero pescatore e non mi farò guidare da lui, non credo in lui.
Non possiamo prendere il Vangelo e il modo in cui nella storia della nostra salvezza è stato compreso e vissuto solo per le parti che ci fanno comodo. O lo prendiamo nella sua interezza, o il Dio a cui crediamo non è il Dio di Gesù Cristo !
Il papa, i vescovi, i pastori, le vocazioni di ognuno di noi, sono volute da Cristo ! Quando Cristo ci chiede “e voi chi dite che io sia” e noi rispondiamo : Tu sei il Messia, tu sei il mio Dio, lui ci risponde : E tu sei Pietro, al papa; e tu sei Giacomo, Giovanni, Luca, Matteo … , ai nostri vescovi ; e tu sei Maria Maddalena, e l’altra Maria, a tutte le donne che in modo particolare accompagnate dall’esempio della Madonna portano la ricchezza e l’indispensabilità dell’esser donne di fede nella Chiesa di Dio ; e tu sei Cireneo, o Simone d’Arimatea, a tutti gli uomini di buona volontà che attraverso la loro vocazione quotidiana di fedeli, attraverso il loro sensus fidei, la fede vissuta, aiutano la Chiesa e la gerarchia della Chiesa a capire il senso della rivelazione di Dio. I dogmi non cascano mai dal cielo e non sono nemmeno un capriccio dei vescovi o dei papi, sono solo la formalizzazione di una fede che era già sentita e vissuta come vera !
Riconoscere Cristo come Messia nella nostra vita porta Cristo a svelarci la nostra vocazione, come l’ha fatto con Pietro.
Tu sei Chiesa, e la tua presenza mi è preziosa.
Tu sei mio Corpo, e senza di te il mio Corpo soffre.
fr. Gian Matteo Serra, O.P.
Riferimenti letture: Is 22,19-23 Sal 137 Rm 11,33-36 Mt 16,13-20