Un impegno fino alla morte
Il testo dell'omelia tenuta dal nostro Priore Provinciale in occasione della professione solenne di tre frati della nostra Provincia.
Cari fr. Gabriele, fr. Manuel e fr. Fabrizio, è con profonda gioia e anche con una certa emozione che mi accingo a ricevere la vostra professione solenne. Dopo anni di carenza di vocazioni, voi siete i primi a fare questo passo e questo ci rallegra molto.
Insieme ai confratelli della nostra Provincia esprimiamo la nostra gratitudine a Dio per il dono della vostra vocazione che è motivo di speranza per noi. Quello che vivete questa sera è certamente un evento importante, cruciale e fondamentale della vostra vita. Voi avete già fatto la professione, quella semplice cioè temporanea, ma quella che fate questa sera non è per un tempo limitato, come le altre volte. Questa sera voi direte il vostro sì senza limiti, darete la vostra risposta alla chiamata di Dio impegnandovi fino alla morte. E non è una folgorazione o un capriccio momentaneo.
C’è stato un periodo di prova e di discernimento, avete avuto bisogno di tempo, di riflessione, di persone che vi hanno accompagnato e aiutato a mettere a fuoco la chiamata del Signore. Ora manifestate la vostra decisione di dare una svolta determinante e irrevocabile alla vostra vita: prometto obbedienza fino alla morte. In un tempo in cui tutto sembra dominato dalla provvisorietà certamente queste sono parole controcorrente che si pronunciano con un certo timore e tremore. Ma non abbiate paura. Voi mettete la vostra vita nelle mani di Dio ed egli, che è l’ispiratore della vostra scelta, vi darà la luce e la forza per lasciare tutto per seguire Gesù Cristo.
In qualche momento del vostro cammino religioso certamente vi porrete anche voi quella domanda di Pietro: “Abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa ne avremo?”. Se la vostra donazione sarà generosa e sincera, potrete fare affidamento sulla promessa di Gesù: chi avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna (Mt 19, 29).
Voi sapete che in quel “prometto obbedienza”, sono compresi gli altri voti di povertà e castità, e anche l’impegno di osservare fedelmente le leggi e le regole dell’Ordine domenicano. Ecco cosa dicono le nostre Costituzioni: “Con questa professione in modo speciale imitiamo Cristo che fu sempre soggetto alla volontà del Padre per la salvezza del mondo, e così ci uniamo più intimamente alla chiesa, alla cui edificazione siamo consacrati…(18)”. “Con questa professione di obbedienza intendiamo obbligarci all’osservanza dei consigli evangelici rinunciando a beni degni senza dubbio della massima stima, ma non a scapito di un vero progresso della persona umana. Infatti, mentre abbracciamo l’annientamento di Cristo, diventiamo partecipi della sua vita nello spirito. E così, se ci manterremo fedeli, renderemo più evidente testimonianza nella chiesa dei beni del regno celeste” (189, § II).
La scelta di questa data della festa della Madonna del Rosario per la vostra professione è sicuramente una scelta appropriata. Infatti con la nostra professione - sono ancora parole delle Costituzioni - “spinti da amore filiale promettiamo anche di venerare la Vergine Maria, Madre di Dio, in quanto madre amorosissima del nostro Ordine” (189, § III).
Il vangelo che è stato proclamato ci riferisce l’annuncio dell’Angelo a Maria. L’annuncio che viene rivolto a Maria è quello di portare al mondo il Figlio di Dio. In un certo senso possiamo dire che anche a voi, con la vocazione domenicana, viene dato questo incarico: portare al mondo il figlio di Dio, annunciare il suo regno e testimoniarlo con le parole e le opere. E già gli impegni che vi assumete ora con la professione, adempiono a questo compito perché sono testimonianza e profezia del Regno di Dio. Ma ancora di più il vostro servizio di predicatori, al quale vi preparate, sarà quello di far nascere, generare Cristo nella coscienza delle persone a cui annuncerete il suo vangelo.
Siete certamente consapevoli che per questo non sono sufficienti le vostre doti, le vostre forze, la vostra buona volontà. E allora, come Maria, vi porrete la domanda: Come è possibile? E la risposta dell’angelo è rivolta anche a voi: nulla è impossibile a Dio. Sì perché si tratta di un’opera di Dio. Ricordatevi che non siete voi i protagonisti di questa opera. E’ Dio che vi chiama e vi darà la grazia per attuare questo progetto.
Voi dovete solo accogliere con docilità e piena disponibilità la chiamata del Signore ad essere suoi collaboratori. In questo vi è d’esempio Maria con la sua totale obbedienza alla chiamata di Dio, che ha reso possibile l’opera della redenzione: Eccomi, sono la serva del Signore.
Cari fratelli, siete chiamati ad una responsabilità grande. Nella vostra generosità oggi dite il vostro sì al Signore. Ma non è tutto, anzi è solo l’inizio. Non sapete dove vi porterà questa scelta e cosa vi chiederà il Signore lungo questo cammino che oggi iniziate. Come Maria che non immaginava che quel sì all’angelo l’avrebbe portata fin sul Calvario ai piedi della Croce.
Come lei, sarete chiamati a rinnovare quotidianamente il vostro sì, per conformare i vostri progetti ai disegni di Dio. Se come Maria sarete servi obbedienti alla sua volontà e sarete, come la comunità di Gerusalemme, di cui parlano gli Atti nella seconda lettura, assidui e concordi nella preghiera insieme ai fratelli, il Signore vi illuminerà e vi darà la forza di superare ogni ostacolo.
Ed è quello che vi auguriamo e chiediamo per voi al Signore, accompagnandovi con la nostra preghiera.
fr. Aldo Tarquini, O.P.
Priore Provinciale