DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Amare infinitamente: fra Antonio Lupi e Tilde Manzotti

Le anime dovrai amarle infinitamente, tutte infinitamente, perché soltanto così le farai vivere con te in Cristo e di Cristo” (Tilde).

Amiamo sempre tanto e tanto di più questo Dio grande, che ha fatto tutto bello e tutto buono, il mare e i cuori degli uomini, il cielo e i nostri occhi, il fuoco e il dolore, tutto bello, tutto grande, tutto suo” (Antonio).

Nell’estate del 1938 un giovane frate domenicano di 20 anni, fra Antonio, e una giovane studentessa universitaria di tre anni più grande, Tilde, si conoscono a Covigliaio, una località di montagna vicino al passo della Futa, in Toscana, nel convento delle suore domenicane, entrambi lì ospiti per un periodo di riposo e per motivi di salute. Da quell’incontro fortuito, o meglio provvidenziale, i due giovani si incontreranno ancora poche volte, ma il loro rapporto si svilupperà attraverso il mezzo, oggi ormai desueto, della lettera.

Dall’agosto del '38 alla fine di settembre del '39 i due si scambiano un intenso epistolario che si protrae fino alla vigilia della morte di Tilde, morta a soli 24 anni di tubercolosi (ottobre 1939). Questo epistolario è stato raccolto in un volume (“Amare infinitamente”, Edizioni Feeria Comunità San Leolino, 2014) che ho avuto modo di leggere recentemente. Subito mi è venuto in mente l’epistolario più noto nel nostro Ordine tra il Beato Giordano di Sassonia (primo successore di S. Domenico) e la Beata Diana degli Andalò, oppure le ancor più famose lettere di S. Caterina da Siena al suo confessore – figlio spirituale Raimondo da Capua.

simone bellomofr. Simone Bellomo, O.P.Anche Tilde nel suo percorso di sofferenza e malattia, si sente sempre più legata negli ultimi mesi della sua esistenza a quel giovane frate, da una vera “maternità” spirituale (Antonio la chiama “mammina”) che la porterà a offrire tutto a Dio per la fecondità del futuro ministero sacerdotale di Antonio. Allo stesso tempo il supporto spirituale di Antonio sarà per Tilde una grande consolazione in una progressiva ascesa al suo personale calvario. Ancora una volta si conferma come l’amore appassionato di due anime elette per Cristo, ragione unica della loro vita, permetta una profonda comunione di amore e di vera amicizia spirituale. Lascio la parola a fra Antonio, con una citazione da una delle sue ultime lettere a Tilde che esprime bene, in poche righe, quanto fin qui esposto.

Vedimi sempre con Gesù; io non voglio stare che con Gesù; nemmeno con te voglio vedermi o pensarmi se non c’è Gesù. E Gesù c’è ora, sai: c’è vivissimo, anche per quelle poche volte che forse pienamente in mezzo a noi non c’è stato. Gesù, vedi, c’è ora assai più spesso e più vivo nel mio cuore, non solo con te, ma anche con gli altri. Quel tuo raccomandarmi di amare infinitamente tutte le anime, dev’essere stato un augurio, perché il mio cuore va allargandosi ogni giorno, e tu sei mamma, ma sento ora di avere altre anime sorelle, che Cristo mi ha dato attraverso te, che Cristo ha dato a noi due perché gliele ridonassimo accese di Lui”.

 

I protagonisti:

antonio lupiAntonio Lupi nasce a Peccioli (Pisa) il 19 luglio 1918. Dopo gli studi presso la scuola apostolica dei domenicani di S. Miniato entra nell’Ordine ed è ordinato sacerdote nel 1941. Dopo la guerra si dedica all’insegnamento e a un’intensa attività di conferenziere, prendendo parte attiva alla vivacissima stagione della Chiesa fiorentina negli anni ’50-’60. All’indomani del Concilio Vaticano II inizia ad appassionarsi della realtà dell’America Latina, fino a decidere di trasferirsi, nel 1969, in Brasile come missionario. Vi rimarrà fino alla morte che lo coglie a Goiana il 5 settembre 1976.

 

tilde manzottiTilde Manzotti nasce a Reggio Emilia il 28 maggio 1915. Studentessa esemplare, aderente alla Fuci, deve ben presto fare i conti con i primi sintomi della tubercolosi. Nel 1936 la famiglia si trasferisce a Firenze dove Tilde sotto la guida di alcuni frati domenicani, in particolare p. Stefano Lenzetti, compie un folgorante itinerario spirituale che culmina nella sua offerta incondizionata all’Amore di Dio. Tilde Manzotti chiude il suo rapidissimo pellegrinaggio terreno il 3 ottobre 1939, lasciando un ricordo indelebile nei familiari e nelle persone che hanno avuto la grazia di conoscerla. La sua tomba è attualmente nella chiesa dei domenicani di S.Domenico di Fiesole. Il Vescovo di Fiesole Luciano Giovannetti nel 1995 ha introdotto la causa di beatificazione della serva di Dio.

fr. Simone Bellomo, O.P.

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