DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Le fraternite sacerdotali di san Domenico: una riforma del clero ancora in atto

La novità rivoluzionaria, introdotta dal Concilio Lateranense IV del 1215, fu la pastorale sacramentale. Nella cost. 27, riprendendo da Gregorio Magno l'espressione ars artium, il concilio disponeva che i Vescovi istruissero diligentemente quelli che dovevano essere elevato alla dignità del sacerdozio e di insegnare loro direttamente, o per mezzo di persone capaci, quanto attiene alla valida celebrazione dei divini uffici e all'amministrazione dei sacramenti. La costituzione conclude dicendo che "è preferibile avere pochi e buoni ministri che molti e cattivi".

Insieme a questa, c'è la costituzione 11, che tocca il problema dell'istruzione del clero. Essa dispone in ogni chiesa Cattedrale, l'istituzione di un maestro per gli ecclesiastici e, in quelle Arcivescovili, l'istituzione di un teologo che insegni teologia. Con questo Concilio infatti, Lotario di Segni, volle provvedere alla cura pastorale e alla predicazione, per colmare la precedente lacuna e in risposta alla crescenti eresie. Si volle quindi provvedere ad una maggiore predicazione a carico di un clero più preparato.

Con la costituzione 10, si richiese ai Vescovi di delegare la responsabilità della predicazione ufficiale, che fosse controllata e autorizzata, ad un settore più ampio del clero. Era necessario quindi, secondo il Concilio, che i vescovi selezionassero uomini in grado di cooperare nell'attività di predicazione, con le parole e nella pratica, ma anche di amministrare la confessione. A quel Concilio del novembre 1215 parteciparono sia Domenico e sia il Vescovo Folco. E le fonti ci narrano che dai primi giorni di ottobre il Papa ricevette Folco e Domenico i quali gli parlarono di questa nuova forma di predicazione da poco inaugurata a Tolosa.

Nella città francese infatti, sin dal 1210 Domenico aveva assunto l'incarico di Collaboratore del Vescovo nella predicazione che, interrotto a caura della guerra, riprese nel gennaio 1215 a seguito del Concilio di Montpellier. Il vescovo Diego e Domenico avevano capito che molte critiche degli eretici erano contro il clero, che non di rado viveva nella ricchezza, nell’ignoranza e nella poca sensibilità pastorale. C’era bisogno di una riforma della Chiesa. Ed essi la volevano attuare partendo da un rinnovato amore a Cristo, alla sua umanità e divinità insieme, alla Chiesa, ai poveri. Bisognava anche predicare con argomenti nuovi e con metodologie nuove. Domenico e i suoi compagni erano sacerdoti e ci ricorda il Vicaire nella sua biografia che “senza esserlo non avrebbero potuto ricevere l'uffico della predicazione”.

ennio grossi   don Ennio Grossi
   (fra Luigi Maria, O.P.)

Anche nella primissima Comunità di Prouille, secondo quanto riporta la Bolla di Gregorio IX del 1236, oltre alle Monache e ai Frati, erano presenti alcuni canonici. L'attività apostolica di Domenico quindi, anche se molti tralasciano di dirlo, diede una nuova impronta allo stile sacerdotale che proprio in quel tempo era venuto scomparendo. La preghiera era l'ufficio canonico, l'attaccamento alla celebrazione liturgica, la perseveranza e l'assiduità alla preghiera e la fedeltà all'imitazione dello stile degli Apostoli. Non facciamo quindi difficoltà a ipotizzare che quei canoni, usciti dal Lateranense IV e riguardanti il desiderio di Innocenzo III di dare una nuova impronta al clero e alla sua vita, siano stati ispirati dalla testimonianza di Diego e Domenico che presentarono al Pontefice un esperimento che da anni poteva dirsi riuscito e testimoniato anche dalle numerose conversioni che posero un freno all'avanzata delle eresie.

L'Ordine dei Frati Predicatori, confermato prima nel dicembre 1216 e una seconda volta nel gennaio 1217 vide con il tempo la nascita dell'Ordine della Penitenza, a cui appartenne anche Santa Caterina da Siena. Questo si conformò ben presto come Terz'Ordine dei Frati Predicatori.

Nei secoli molte sono state le figure di grandi e Santi Sacerdoti accostati all'Ordine o facenti parte del Terz'Ordine:

  • San Filippo Neri che ebbe grandi rapporti prima con il Convento di San Marco a Firenze (tanto da dire “tutto ciò che ho di buono lo devo ai domenicani di San Marco”) e poi con il Convento della Minerva a Roma;
  • il primo grande Sacerdote Terziario (che il breviario dell'Ordine definisce “convinto”) fu San Luigi Maria Grignon de Monfort, Apostolo del Rosario e grande predicatore nella Francia del suo tempo.
  • San Luigi Maria di Francia;
  • don Giacomo Alberione;
  • Papa Pio XII.

Dopo la riforma del Vaticano II all'interno del Terz'Ordine è iniziato un percorso di differienziazione dei vari appartenenti: Fraternite laicali e Fraternite Sacerdotali. Tutti quei sacerdoti che fino ad allora facevano parte a titolo personale del Terz'Ordine, hanno iniziato in questi anni a fare esperienza di questa nuova realtà che prevede un cammino comune sotto l'alta direzione dell'Ordine e che li porta ad incarnare nel loro ministero Pastorale, ciascuno nelle proprie realtà, il carisma di san Domenico: amore alla Parola di Dio, studio, preghiera contemplativa e, sull'esempio degli Apostoli, servizio ai fratelli nella predicazione e nelle opere.

« I sacerdoti di San Domenico, memori della loro sublime vocazione, “si affaticano nella predicazione e nell’insegnamento” (1 Tim 5,17) credendo ciò che hanno meditato nella legge del Signore, insegnando ciò che hanno creduto e imitando ciò che hanno insegnato” (L G, 28), affinché siano veri “educatori nella fede” (PO, 6) e annunciatori del vangelo nel mondo» (dalla Regola).

Nel febbraio 2016 a Roma, presso il Monastero di San Sisto si è svolto l'incontro mondiale dei rappresentanti di tutte le Fraternite Sacerdotali dell'Ordine. Una settimana intensa all'insegna della reciproca conoscenza e condivisione delle rispettive esperienze nei vari luoghi di provenienza. Un tempo necessario per mettere in comune tante cose, per una appropriata revisione della Regola e per sperimentare l'universalità dell'Ordine e della Chiesa.

Attualmente le fraternite contano circa 275 componenti in 13 paesi dei 5 continenti.

Possiamo quindi concludere che quella riforma fortemente voluta dalla Chiesa e incarnata dal carisma di San Domenico, attraverso questo semplice strumento delle Fraternite Sacerdotali ancora oggi continua e con non poca incisività nella vita di ciascuno di noi che quotidianamente ci mettiamo in gioco affinchè possiamo tendere ad arricchirci «di quelle virtù umane che rendono credibile il loro ministero, cioè ‘la bontà, la sincerità, la fortezza d’animo e la costanza, la ricerca assidua dell a giustizia, la gentilezza” (P O, 3), la generosità e tutto ciò che nel Signore li rende amabili davanti a tutti (Fil 4,8), cosicché si possa dire di loro ciò che fu scritto del S. P. Domenico, che “accoglieva tutti nella sua generosità e come amava tutti, così era amato da tutti; egli considerava suo dovere gioire con chi gioiva, piangere con chi piangeva (Rm 12,15), sovrabbondando di amore e donandosi totalmente al servizio del prossimo” (Lib. B. lord., n.107) » (dalla Regola).

don Ennio Grossi (fr. Luigi Maria OP),
terziario domenicano

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