Conoscerete che io sono
Nm 21,4-9; Sal 101; Gv 8,21-30
‘Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo conoscerete che io sono’. C’è un movimento di innalzamento che percorre l’intero IV vangelo. L’innalzamento sulla croce segno della condanna. Ma questo innalzamento è letto come ‘esaltazione’: Gesù viene posto sul luogo più alto, e da lì inizierà un movimento di raduno: ‘Attirerò tutti a me’. Così il IV nel ‘segno’ della croce scorge l’unico segno a cui guardare, che parla di Dio. Nel volto del crocifisso si rivela il volto di Dio amore: ‘Dio nessuno lo ha mai visto, il Figlio unigenito, che sta nel seno del Padre, Egli ce lo ha raccontato’. Si compie un’esegesi. Lo ‘spessore’ della vita di Dio, il suo nome (Io sono) si manifesta nel volto del crocifisso.
E’ il paradosso della croce : non la sostituzione di una spiritualità della gloria, dimenticando la croce stessa. Ma indicazione che proprio lì, nella vicenda di Gesù condotto a morte dal potere religioso e politico si rivela la gloria, il nome di Dio come amore, la sua ‘gloria’. In quel volto, che si è chinato a lavare i piedi ai discepoli, dicendo così il senso della sua vita, non altrove, sta la gloria di Dio e il senso della vita umana.
Fr. Alessandro Cortesi,
San Domenico di Pistoia