Credi e tu stesso diventerai un segno
Is 65,17-21 Sal 29 Gv 4,43-54
Oggi nelle letture bibliche delle messe feriali della Quaresima avviene una svolta. Sino a ora i testi sono stati scelti per farci riflettere su alcuni aspetti della vita cristiana come sequela fedele di Gesù, come attuazione della sua parola, come impegno battesimale. L'attenzione era prevalentemente su di noi, per valutare la nostra corrispondenza alle proposte della parola di Dio e la nostra conformità a Cristo crocifisso e risorto.
Con la lettura del Vangelo di Giovanni, che ci accompagna nelle rimanenti settimane, il nostro sguardo è rivolto allo stesso Gesù, per conoscerlo nei gesti e nei pensieri con i quali egli va verso la sua Pasqua e per seguirlo con riconoscente amore. Se fino a oggi le letture ci impegnavano maggiormente sul piano ascetico, da ora esse vogliono suscitare in noi uno sguardo contemplativo sul Signore.
Nel brano odierno Gesù compie un nuovo "segno" a Cana, accogliendo la richiesta di un funzionario, “un ministro” del re Erode Antipa. Il rimprovero iniziale di Gesù è rivolto anche a noi. Quanti cristiani limitano la propria fede a una richiesta di prodigi! "Credo, Signore, nella misura in cui tu ascolti la mia preghiera, risolvi i miei problemi, fai i miracoli che ti chiedo..." Tutto il racconto tende a mettere in evidenza qual è l'unica fede che merita di essere chiamata tale: quella che si fonda sulla parola di Gesù e arriva fino all'accettazione della sua persona. In questo brano Gesù ci dice: “Credi e tu stesso diventerai un segno che gli altri possono vedere”.
fr. Vincenzo Caprara
Convento san Domenico di Fiesole