Una spiritualità degli occhi aperti
1 Sam 16,1-13; Ef 5,8-14; Gv 9,1-41
Un cieco dalla nascita che recupera la vista. Un dono di luce dall’esterno, ma anche una restituzione al poter vedere come luce interiore, nascosta sino a quel momento. Il cieco nato racchiude un percorso di umanità: il suo profilo si confonde con quello di ogni donna e uomo. Il suo sguardo rinato si contrappone paradossalmente a chi pretende di vedere ma non sa riconoscere la propria cecità. E’ l’incomprensione di chi, ricco di potere e sapere, anche religioso, non sa aprirsi al dono come solo lo sguardo dei poveri sa fare? La sua gioia di cieco accompagnato ad accogliere luce si contrappone all’arroganza di chi ha occhi chiusi e non si lascia smuovere e illuminare.
L’incontro con Gesù per lui apre alla luce. E’ luce di consapevolezza di sé, di apertura al futuro, luce che fa sperare per tutti. Da questa scoperta ha inizio un cammino nuovo. Una spiritualità degli occhi aperti è spinta a rintracciare ogni luce e a darvi spazio nel profondo delle cose, nelle vicende della vita, nelle esistenze degli altri, per scoprirvi lì dentro, non fuori, la luce che illumina ogni uomo e donna che viene nel mondo.
fr. Alessandro Cortesi
Convento San Domenico di Pistoia